Carabiniere ucciso

L'altro agente in piazza dall'uomo derubato già prima della chiamata

Il gip conferma il carcere ai due americani: "Immaturità eccessiva". Il coltello da Marines. L'urlo di Cerciello: "Fermo, siamo carabinieri"

L'altro agente in piazza dall'uomo derubato già prima della chiamata

Roma - «Fermati siamo carabinieri, basta». Le ultime parole del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega urlate al suo assassino mentre questo lo accoltella alle spalle. Succede tutto in quattro minuti. Lee Elder Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth («Immaturità eccessiva» la loro, scrive il gip) escono e rientrano in albergo tra le 3,12 e le 3,16 del 26 luglio. Quanto basta per recarsi all'appuntamento con l'amico del pusher, uccidere il vicebrigadiere Cerciello con il coltello da Marines e darsela a gambe. Non prima di aver gettato in una fioriera lo zaino sottratto a Sergio Brugiatelli. Sono le immagini delle telecamere dell'Hotel LeMeridian Visconti, incrociate con quelle della gioielleria Ghera, a inchiodare i 19enni americani. Nei frame estrapolati i due escono dall'albergo stringendo la borsa da restituire in cambio di 80 euro e un «pezzo» di coca. In quelli dopo la borsa non c'è più. Quindici minuti e all'angolo fra via Federico Cesi e via Pietro Cossa arriva un'ambulanza del 118 con un'auto medica. Cerciello ha perso un mare di sangue ed è in fin di vita.

Per ricostruire la notte brava dei giovani statunitensi costata la vita al carabiniere, i suoi colleghi hanno fatto i conti con gli orari sballati dei sistemi di videosorveglianza. Quattro minuti indietro le telecamere dell'hotel, ben due ore e 10 minuti in avanti quelle della scuola Teresa Spinella, appena fuori piazza Mastai. A ricomporre la drammatica serata tra la piazza di spaccio di Trastevere e la zona bene dove alloggia Lee Elder il gip Chiara Gallo che in 14 pagine di ordinanza convalida i fermi e spedisce in galera i due stranieri accusati di omicidio e tentata estorsione in concorso. Fondamentali non solo la confessione di Elder ma anche i video e il riconoscimento dell'altro carabiniere presente all'omicidio, Andrea Varriale, dell'intermediario Sergio Brugiatelli, del portiere e del facchino dell'albergo, Roberto Altezza e Biagio Di Paola, di Salem Tamer Ahmed e persino del pusher, Italo Pompei.

Sono le 23,30. Gli americani cercano roba da sniffare. Dal LeMeridien arrivano, a piedi, nel cuore di Trastevere. I due si avvicinano a un tipo strano su una bici grigia. È Brugiatelli che parlotta con uno straniero. «Ero a piazza Trilussa in compagnia del mio amico Meddi - verbalizza - quando venivamo avvicinati da due ragazzi stranieri i quali ci chiedevano se avevamo della sostanza stupefacente () cocaina, da vendere. Io gli rispondevo che non ne avevo con me ma ero in grado di recuperarla». I due prelevano i soldi pattuiti a un bancomat in piazza. «Tornati con il denaro ci incamminavamo verso piazza Mastai, dove giungevamo alle 00,30. Giunto sul posto cerco immediatamente il mio amico Italo che vende lo stupefacente». Italo non c'è. Brugiatelli telefona allo spacciatore. Pompei risponde che va bene, ma di farsi trovare al di là di viale Trastevere.

«Io e uno dei due ragazzi, quello con i capelli biondi, andiamo verso Italo, mentre l'altro aspetta su una panchina in piazza, dove avevo lasciato la borsa e la bicicletta. Contattato il pusher avviene lo scambio: 80 euro per un involucro di carta stagnola». Dentro aspirina tritata. Arrivano due carabinieri su un motorino nero. Bloccano Italo mentre Brugiatelli e il «biondo» scappano. Quando il primo torna a piazza Mastai l'amico Meddi gli dice che il suo zaino l'ha portato via l'altro straniero. La roba venduta da Pompei è una «sola», gli americani sono infuriati. Sembra incredibile ma l'uomo, intermediario nella vendita di droga, chiede aiuto ai carabinieri.

L'uomo torna indietro e ricontatta «le forze di polizia che poco prima erano intervenute () mi rispondono di andare a fare denuncia». Torna con Meddi a piazza Gioacchino Belli, telefona alla sua utenza, in mano agli americani, e questi chiedono un riscatto per restituire lo zaino. «Mi rispondeva un ragazzo che, con chiaro accento straniero, credo inglese, mi riferiva che se volevo lo zaino gli avrei dovuto portare 100 euro e un grammo di cocaina». Alle 2,30, davanti ai carabinieri, Brugiatelli prende gli ultimi accordi.

All'appuntamento ci andranno, però, Cerciello e Varriale.

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