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L'amico di De Luca esperto di "fritture" finisce in arresto: "Appalti truccati"

In manette Alfieri (Pd), presidente della Provincia di Salerno. Il ruolo della sorella

L'amico di De Luca esperto di "fritture" finisce in arresto: "Appalti truccati"
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I magistrati stringono il cerchio sui fedelissimi del governatore Vincenzo De Luca. Finisce in manette, in un'inchiesta della Procura di Salerno, il re delle fritture di pesce, all'anagrafe Franco Alfieri, presidente Pd in carica della provincia di Salerno e sindaco al secondo mandato di Capaccio-Paestum, nel Cilento. È un colpo durissimo al potere deluchiano.

Alfieri è considerato la macchina elettorale del presidente della Regione. Per citare l'ultimo esempio: alle ultime Europee «mister fritture» si è speso per dirottare il proprio pacchetto di preferenze sulla coppia Decaro-Annunziata, candidati di punta del Pd nel Sud. Alfieri ha nel curriculum un altro primato: è l'unico in Italia ad aver ricoperto la carica di sindaco in tre Comuni diversi (Capaccio, Agropoli e Torchiara). Le accuse al centro dell'inchiesta della Procura sono pesantissime: turbata libertà degli incanti e corruzione per atto contrario ai doveri d'ufficio. Le indagini affidate alla Guardia di Finanza avrebbero svelato un sistema di appalti e subappalti pilotati riguardo l'ampliamento e l'efficientamento energetico dell'impianto di pubblica illuminazione a Capaccio Paestum. Le gare, bandite dal Comune, sono state vinte dalla Dervit Spa. Secondo la ricostruzione accusatoria, gli indagati a vario titolo si sarebbero spesi per favorire l'azienda nella aggiudicazione dei lavori. Ma nell'impianto accusatorio della Procura c'è un ulteriore elemento contro il ras del Pd. Scrive il Gip: «La Dervit, secondo gli inquirenti, ha subappaltato e subaffidato parte dei lavori alla Alfieri Impianti srl, legalmente rappresentata da Elvira Alfieri, sorella del sindaco, ma di fatto riconducibile al fratello prevedendo un corrispettivo alla società di circa 250mila euro. Un importo che si configura come il prezzo della corruzione pagata dalla Dervit, dal suo legale rappresentante e dal procuratore speciale, al sindaco di Capaccio Paestum aiutato dal braccio destro Andrea Campanile affinché la gara fosse aggiudicata alla Dervit».

Accuse che ora sono tutte da dimostrare. Per Alfieri si aprono le porte del carcere. Oltre al presidente della Provincia, le misure cautelari scattano per altri cinque indagati: Vittorio De Rosa ed Alfonso D'Auria, rispettivamente legale rappresentante e procuratore speciale della Dervit spa, Elvira Alfieri, legale rappresentante della Alfieri Impianti S.r.l. e sorella del sindaco, Andrea Campanile, staff del sindaco, e Carmine Greco, responsabile tecnico del comune di Capaccio. I finanzieri hanno notificato inoltre un sequestro di 534mila euro. La fama di Alfieri arriva con la campagna per il referendum costituzionale promosso e voluto dall'allora premier Matteo Renzi, la riforma Renzi-Boschi. Il 15 novembre 2016, De Luca convocò oltre 300 amministratori locali in un albergo di Napoli, il Ramada, per spiegare le ragioni del «Sì» (il 4 dicembre, alle urne vinse il «No»). In quella circostanza, De Luca disse: «Prendiamo Alfieri, notoriamente clientelare. Come sa fare lui la clientela lo sappiamo. Una clientela organizzata, scientifica, razionale come Cristo comanda. Che cosa bella». E poco più avanti, dopo applausi e risate dei 300 presenti: «L'impegno di Alfieri è di portare a votare la metà dei suoi concittadini, 4mila persone su 8mila. Franco, vedi tu come devi fare, offri una frittura di pesce». Il Pd annuncia la sospensione di mister fritture dal partito.

Per De Luca cade un altro fedelissimo; nei mesi scorsi il suo consigliere per la Sanità Enrico Coscioni è stato sospeso dalla presidenza dell'Agenas dopo l'interdizione per un incidente sul lavoro, in sala operatoria. Mentre è di ieri la notizia di un'indagine a carico di Giovanni Zannini, plenipotenziario deluchiano a Caserta.

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