Coronavirus

La ripartenza della Lamorgese: permessi lunghi agli immigrati

Il ministro degli Interni, Luciana Lamorgese, spiega il suo piano per la ripartenza. "Bisogna garantire adeguati standard di sicurezza al lavoro"

La ripartenza della Lamorgese: permessi lunghi agli immigrati

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, in un’intervista ad Avvenire, spiega la sua politica sui permessi che interesseranno il Paese nella fase due. Si parla, tra le altre cose, del fronte immigrazione. Oltre all’emersione del lavoro nero nel settore dell’agricoltura, secondo il ministro, potrebbe "essere presa in considerazione, anche dal Parlamento, l’emersione in altri settori, come quello del lavoro domestico". Riguardo a ciò che succederà dal 4 maggio Lamorgese aggiunge: "L’esigenza ora è quella di garantire adeguati standard di sicurezza nei luoghi di lavoro, attraverso anche la stipula di specifici protocolli tra imprese e organizzazioni sindacali. E non dimenticando tutte le scelte correlate alla riapertura, a partire da un’adeguata gestione del trasporto pubblico per il rispetto del distanziamento".

Sempre sul fronte immigrazione, il Viminale valuta "un’ulteriore proroga" dei permessi di soggiorno oltre il 15 giugno. "Una prima proroga al 15 giugno è stata necessaria per evitare che nella fase più acuta dell’emergenza sanitaria ci fosse un affollamento negli uffici delle questure aperti al pubblico - spiega - Adesso, nella previsione di un graduale ritorno alla normalità, potrebbe essere prevista un’ulteriore proroga". Insomma, il governo vara l’ennesimo piano in favore degli immigrati irregolari.

Riguardo al rischio di infiltrazione della criminalità organizzata ancora di più nell’economia, Lamorgese spiega: "Per essere efficaci, le ingenti erogazioni messe in campo dal governo per fronteggiare la crisi devono raggiungere le aziende in tempi rapidi, senza intoppi burocratici e lungaggini. È una quantità straordinaria di risorse pubbliche che non deve finire, anche in parte, nelle mani sbagliate". I rischi sono alti.

"Ho immediatamente segnalato le possibili criticità di un circuito di finanziamenti che deve essere fluido, ma senza prescindere dai controlli". Oltre a una direttiva inviata ai prefetti per tenere alta la guardia, il Viminale ha promosso e perfezionato un protocollo di legalità con la Sace, la società di Cassa depositi e prestiti indicata dal governo per garantire le erogazioni alle aziende. Poi osserva: "Sono stati previsti, oltre al filtro dell’autocertificazione, controlli antimafia ex post, con la revoca del finanziamento in caso di interdittiva".

Poi si concentra a parlare di tecnologia. Sulla app "Immuni" per tracciare i soggetti positivi e distanziarli dagli altri cittadini, Lamorgese sottolinea: "Sono favorevole a tutte quelle soluzioni che consentano di superare gradualmente le limitazioni imposte per fronteggiare la diffusione del virus. Quindi, nulla in contrario all’attivazione di un’applicazione di tracciamento digitale, a condizione però che il trattamento e la conservazione di dati personali così sensibili avvengano con modalità di assoluta sicurezza".

Infine si concentra sui funerali. "Non è umanamente sopportabile impedire le celebrazioni dei funerali alle tantissime famiglie colpite da un lutto. Proporrò al governo, in vista della fase di graduale riapertura, di compiere un passo concreto: dobbiamo poter tornare a celebrare i funerali, seppure alla presenza soltanto degli stretti congiunti, seguendo le modalità che l’autorità ecclesiastica riterrà di applicare nel rispetto delle misure di distanziamento fisico dei partecipanti". Il tema dell'esercizio della libertà di culto, cattolico e di altre confessioni religiose, spiega il ministro, è stato alla mia attenzione fin dall’insorgere dell’emergenza coronavirus. Queste le misure varate dal ministero.

E gli irregolari ringraziano.

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