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Landini isolato: adesione al 4%. Caporetto della Cgil in tutt'Italia

Il segretario dà i numeri: "Con noi il 68%". Ma la cifra riguarda solo gli iscritti al suo sindacato. Il record negativo di partecipazione nel settore della scuola

Landini isolato: adesione al 4%. Caporetto della Cgil in tutt'Italia
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È la Caporetto di Landini. Nel pubblico impiego l'adesione allo sciopero si ferma all'4,4%. Nella scuola al 3,8%. La metà degli iscritti Cgil se ne resta in ufficio. Il dato sulla partecipazione complessiva tra i lavoratori è inferiore al 5%. Nei trasporti il servizio è garantito al 90%. Lo sciopero generale indetto dal leader della Cgil Maurizio Landini è un flop. La giornata di mobilitazione contro la manovra del governo Meloni si trasforma in un fallimento. Uil e Cisl non partecipano. I numeri sono impietosi. A colpi di mobilitazioni politiche (sempre nel fine settimana) gli operai mollano la Cgil e se ne restano al lavoro. Landini dà i numeri e parla di un'adesione "media nazionale allo sciopero generale, secondo i dati finora pervenuti, che si attesta intorno al 68%".

Ma viene smascherato. Quale 68 %? Il solito trucchetto del capo del sindacato. Nella giornata di ieri è assolutamente falso dire che il 68% dei lavoratori italiani abbia incrociato le braccia. Quel dato è riferito ai soli iscritti Cgil. Insomma, circa il 68% degli iscritti Cgil (tra cui anche i pensionati) ha aderito alla mobilitazione. Record negativo di partecipazione nel settore della scuola. Secondo i dati pervenuti al ministero dell'Istruzione l'adesione nazionale è del 3,86% fra le più basse registrate in questi ultimi 3 anni.

Il ministro della Funzione Pubblica Paolo Zangrillo certifica il flop: "Il dato dell'adesione dei dipendenti pubblici allo sciopero fermo all'8,2% dimostra che si trattava solo ed esclusivamente di una manifestazione decisa per sfidare un governo capace di rispettare gli obiettivi che si era prefisso e che aveva promesso agli italiani". Per dare un tocco di vivacità allo sciopero Landini porta in piazza a Firenze, per il corteo principali, un po'di volti della sinistra. Dalla vicepresidente della giunta regionale Mia Diop alla nuova leader della sinistra radicale Antonella Bundù. Ecco spuntare il professore Tomaso Montanari. Non mancano i politici di area Pd come Eugenio Giani e Sara Funaro (sindaco di Firenze). Nelle piazze italiane per lo sciopero, che avrebbe dovuto far tremare il governo Meloni, scendono poco più di 500mila lavoratori. Matteo Salvini fa visita per ben due volte alla centrale operativa di Ferrovie dello Stato. L'alta velocità conferma il 90% dell'offerta e anche i regionali garantisce l'80% del servizio, "segno che i lavoratori hanno premiato l'impegno dell'azienda e del governo che ha da poco rinnovato i contratti. L''unico danno causato dal (segretario della Cgil Maurizio) Landini è nei confronti degli italiani che, nonostante la scarsa adesione, sono stati messi in difficoltà" - commenta Salvini. Un Landini disarmato è un ormai un generale senza truppe. Cerca di spostare l'attenzione dalla manovra (motivo dello sciopero) alla giustizia: "C'è un ultimo tema su cui noi ci impegneremo, che riguarda il referendum sulla giustizia. Noi insieme a tante altre associazioni, assieme a tante altre reti di cittadinanza, nei prossimi giorni arriveremo alla costituzione di un comitato ampio che chiede alle persone di andare a votare e che chiede alle persone di respingere questa riforma" dice dal palco di piazza del Carmine a Firenze. E poi prova a incendiare il clima: "Fanno bene ad avere qualche timore, avere qualche paura, perché non ci fermano.

Non so come dirlo, non ci fermano e siccome siamo convinti di rappresentare la maggioranza del Paese, andremo avanti fino a quando questa battaglia l'abbiamo vinta" rincara dal palco. Parole forti da parte di un capo che però non ha più un popolo.

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