Guerra in Ucraina

"Ecco il piano per sostituire il gas russo"

Il ministro della Transizione ecologica rassicura: "Il gas continua ad arrivare regolarmente. Entro 2-3 anni saremo indipendenti dalla Russia". Esclusi (per ora) i razionamenti: "Solo se la situazione precipita"

L'annuncio di Cingolani: "Ecco il piano per sostituire il gas russo"

Non c'è un vero e proprio allarme e dunque, almeno per il momento, la strada dei razionamenti dell'energia non è da prendere in considerazione. Anzi, dal punto di vista delle forniture la situazione sembra migliorare rispetto allo scorso anno e non mancano spiragli di ottimismo per il futuro. Parola di Roberto Cingolani, che ha tenuto a rassicurare gli italiani riguardo i timori per eventuali interruzioni della fornitura di gas in seguito alla richiesta russa di procedere al pagamento in Rubli.

Le forniture

Il ministro della Transizione ecologica ha ricordato che il nostro Paese si trova in preallerta da ormai un mese e che sta monitorando costantemente l'andamento delle forniture di gas. Su questo fronte Cingolani è stato chiaro e ha usato parole di conforto: "Al momento il gas continua ad arrivare regolarmente, persino superiore ad un anno fa".

Tuttavia, considerando i conflitti militari tra Ucraina e Russia, di certo non si può abbassare la guardia e far finta che non vi siano dei problemi sia nel breve termine sia all'orizzonte: "Ovvio che non si può stare tranquilli". Dunque il governo è già al lavoro per farsi trovare pronto qualora si dovesse entrare in un contesto di emergenza, avendo "ben presente le azioni" da mettere in campo qualora le circostanze dovessero peggiorare.

Nelle scorse settimane il premier Mario Draghi non ha escluso la logica dei razionamenti. Un caso certamente estremo ma che non può essere considerato irrealizzabile. Cingolani ha fatto sapere che le nostre riserve continuano a essere riempite e che "gli stoccaggi sono buoni". Senza dimenticare che si va verso l'estate. "Per arrivare a razionamenti la situazione dovrebbe precipitare", ha sottolineato.

Il piano per il gas

Non può passare inosservato che la forte dipendenza dal gas russo rappresenta una questione delicata: acquistiamo gas per il 95% del nostro fabbisogno, il 40% arriva da Mosca. Fin da subito il presidente Draghi ha sottolineato la necessità di diversificare, ovvero incrementare il numero di chi ci vende gas. Su questo Cingolani, nell'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha mostrato ottimismo: "Stiamo facendo accordi in questi giorni con molti altri Paesi. Abbiamo poi 5 grandi gasdotti (dai due in Sicilia a quello pugliese) che ci permettono di avere gas da zone del mondo diverse…".

Fermo restando che si potrebbe aumentare leggermente il prelievo di gas dai nostri giacimenti esistenti per altri 2 miliardi di metri cubi circa, il ministro della Transizione ecologica ha confermato che si sta trattando per acquistare altri due galleggianti: "Per avere un'idea, solo loro possono fornirci 10 miliardi di metri cubi all'anno a fronte di un consumo totale del Paese di oltre 70 miliardi di metri cubi".

Sullo sfondo rimane l'ipotesi di un price cap europeo, cioè "un meccanismo di compensazione per attutire gli effetti del caro energia e della speculazione su imprese e famiglie". Quanto al pagamento in Rubli, Cingolani ha rimarcato che Putin parla in nome di uno Stato "ma ad acquistare sono società private dalla Total alla Shell alla nostra Eni che devono rispondere ai loro azionisti".

La questione di fondo è la seguente: pur avendo buoni propositi per il futuro, occorre ragionare anche in un'ottica di breve raggio perché i problemi che attanagliano l'Italia sono presenti. Cingolani ha assicurato che già quest'anno "avremo una buona diversificazione".

Infine è arrivata la previsione che assume un peso notevole: "Se tutto va bene entro due o tre anni saremo completamente indipendenti dalla Russia".

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