L'Anpal a Cinque Stelle: Ex portavoce di Di Maio piazzato alla direzione

Norma ad hoc per il prof grillino, giornalista (compaesano del leader) al posto dell'esperto

L'Anpal a Cinque Stelle: Ex portavoce di Di Maio piazzato alla direzione

Sorpresa: non pago di aver importato da un'oscura università del Mississippi l'oscuro prof Mimmo Parisi, che piace alla Casaleggio, mettendolo a capo di Anpal; Gigino Di Maio ha piazzato un altro suo amico, nonché ex addetto stampa, a fare il direttore generale della stessa agenzia, «vigilata» dal Ministero del Lavoro. Ossia quella che ha in mano il grande business dei centri per l'impiego, dei «navigator» da assumere e del reddito di cittadinanza da gestire. Persino nel governo devono rendersi conto che si tratta di una scelta a dir poco scandalosa, e lo rivela il fatto che la nomina, fatta nel Consiglio dei ministri del 30 aprile, è stata tenuta segreta: non era annunciata nel surreale ordine del giorno, che recitava solo «Varie ed eventuali», e non è stata scritta neppure nel comunicato finale.

Evidentemente si puntava sulla chiusura dei giornali per il primo maggio e sulla compiacenza dei media per nascondere l'accaduto, che invece ieri è stato rivelato dal quotidiano online L'Inkiesta. Il candidato ufficiale all'importante (e ben remunerato) ruolo era un altro, e il suo nome era stato concordato tra i partiti di governo, col timbro dell'addetto alle nomine per i Cinque Stelle, Buffagni. Soprattutto, era un tecnico esperto della materia, di cui si occupa da anni: Gianni Bocchieri, ex direttore generale dell'assessorato a lavoro e formazione della Regione Lombardia. Invece in CdM Di Maio, dopo una lunga baruffa con Salvini, ha imposto il suo nome: Luigi Falco, un suo conterraneo privo di alcuna competenza o esperienza in materia. Falco è diventato giornalista a Napoli (dove il suo papà è, guarda caso, vicepresidente dell'Ordine dei giornalisti), è stato uno dei numerosi membri del faraonico ufficio stampa di Gigino al governo, poi piazzato come impiegato all'ufficio stampa Anpal, e da lì proiettato ai vertici, come direttore generale. Il suo scarno curriculum, insomma, non ha nulla a che vedere con l'importante incarico manageriale che si troverà, per grazia di Gigino, a ricoprire. Però una cosa è certa: il neo-nominato non si metterà mai a discutere le scelte e gli indirizzi di Parisi o di Di Maio, come invece avrebbe potuto fare un esperto di politiche del lavoro come Bocchieri. Quindi il ministro e il suo prof del Mississippi avranno il totale controllo su Anpal. E di certo non sarà il buon Falco a mettersi di traverso, se - grazie all'emendamento ad hoc infilato nel Dl Crescita - si avviasse l'operazione per acquistare («senza bando e attraverso una società in house di Anpal Servizi», come denuncia L'Inkiesta) il famoso software escogitato sulle rive del Mississippi dal medesimo Parisi, che secondo lui dovrebbe servire ad incrociare domande e offerte di lavoro. Un software che viene definito inadeguato o inutile (anche se, ovviamente, utilissimo al prof Mimmo Parisi, se Anpal glielo comprasse) dagli esperti del settore: «Su questo software americano non ci sono abbastanza informazioni - spiega ad esempio Alessandro Loggi, fondatore e direttore marketing di CVing - ma sarebbe molto strano andarlo a comprare all'estero: ce ne sono di italiani e il loro valore non sta tanto nell'algoritmo, quanto nel database cui viene applicato e che viene costruito da aziende come la nostra.

Noi siamo una startup italiana, non ce l'abbiamo con il ministro, ma se davvero si darà un servizio pubblico a un amico, senza gara, vorrà dire che con questo governo del cambiamento non è cambiato proprio nulla». Ma vallo a spiegare al fortunato Luigi Falco...

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