Ma l'antidoto non salva dal contagio

A Gerusalemme scatta il terzo lockdown e anche Londra ci pensa

Ma l'antidoto non salva dal contagio

Lo sprint iniziale sul vaccino non consegna nuove libertà. Anzi. I Paesi che hanno bruciato le tappe annunciano nuove restrizioni. Dal terzo lockdown in Israele, alla Gran Bretagna. Perfino gli Stati Uniti proiettati verso la gestione Biden, nonostante quasi 3 milioni di «dosi» inoculate, lasciano intendere che la riconquista della normalità sarà lunga. Il vaccino aiuta, ma ha i suoi tempi. E molto sta ancora nelle attenzioni della popolazione. Gesti barriera, mascherine, lavaggio delle mani. E se negli Usa l'immunologo Anthony Fauci annuncia che «il peggio deve ancora venire», in Europa si torna a parlare di drastiche chiusure.

Preoccupa la situazione in Gran Bretagna: ieri 41.285 nuovi casi di Covid. Il vaccino «inglese» ha il vantaggio di costare meno, non dev'essere conservato a temperature proibitive ed è più facile distribuirlo negli stadi e nei grandi centri individuati dal governo: 4 milioni di vaccinati entro fine mese. Ma gli scienziati consigliano al premier Boris Johnson un severo lockdown nazionale, rispetto a quello light di novembre, e scuole superiori chiuse a gennaio. Per ora il ministro Michael Gove annuncia che nelle secondarie torneranno in classe solo gli studenti dagli 11 ai 13 anni. Ma la maggior parte dei bimbi di 11 anni resterà in didattica a distanza per la prima settimana per evitare che i contagi vadano fuori controllo.Il governo britannico ha ceduto alle pressioni dei sindacati che chiedevano la Dad per le secondarie, permettendo di effettuare test e vaccinare gli insegnanti dopo le vacanze di Natale. Le primarie riapriranno. Ma è probabile che nelle zone rosse inglesi gli studenti restino a casa fino a metà febbraio, filtra dall'esecutivo. Dopo il primo vaccino inoculato l'8 dicembre, gli scienziati avevano avvertito BoJo: il vaccino non è un pronti, via. «Se la Gran Bretagna deciderà una chiusura-light, a gennaio l'indice Rt risalirà sopra l'1 a causa della nuova variante inglese del coronavirus».

Ieri è già scattato il terzo lockdown nazionale in Israele alle ore 16 italiane (le 17 locali). Confinamento di 14 giorni vista la ripresa dei contagi, balzati a oltre 3mila al giorno. Le autorità sanitarie ritengono che possa estendersi fino a un mese, col divieto di muoversi oltre 1 km dalla propria abitazione salvo eccezioni di lavoro, per curarsi o spostarsi per comprovate necessità. Nonostante la vaccinazione di massa proceda «7 giorni su 7, 24 ore al giorno», da Gerusalemme a Tel Aviv tutte le attività commerciali non essenziali sono state chiuse, come bar e ristoranti. Decine di posti di blocco e multa di 500 shekel (circa 125 euro) per chi sgarra. Le scuole per ora restano aperte; trasporti pubblici al 50% della capacità.Anche in Francia l'ipotesi di terzo lockdown non è più tabù. Anche perché è tra i Paesi più riluttanti alla vaccinazione: contrario oltre un francese su due (56%). Appena il 13% si dice «certo» di farselo somministrare.

«È gratuito», ha scritto ieri Emmanuel Macron. Oggi il consiglio di Difesa all'Eliseo potrebbe correre ai ripari: ri-confinamento «se la situazione epidemica dovesse peggiorare», si è lasciato sfuggire il ministro della Sanità.

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