Coronavirus

L'app per tracciarci? Volontaria e anonima

Arriva il nuovo sistema: darà l'allerta se si è stati vicino a un soggetto infetto

L'app per tracciarci? Volontaria e anonima

Positivi e tracciati. Ma soprattutto anonimi. Sembra una contraddizione, ed in effetti la strada che porta all'app per smartphone che dovrà essere usata come ulteriore arma contro il coronavirus, è stretta e tortuosa. In pratica: si dovrà contare sulla volontà dei cittadini di collaborare, una volta che fossero trovati positivi. Come per esempio ha spiegato all'Ansa Chiara Sgarbossa, Direttore dell'Osservatorio Innovazione Digitale in Sanità del Politecnico di Milano: «Anche l'esperienza dell'app lombarda è una primissima mappa ma non esaustiva e affidabile. Non tutti la scaricheranno e non tutti la compileranno. Se gli abitanti della Lombardia sono 10 milioni e la scaricano in 500mila, siamo al 5% della popolazione. È tutto lasciato alla volontà civile e sociale del cittadino di auto-dichiararsi».

Insomma ci siamo (nei tempi), ma ancora non del tutto per quanto riguarda la soluzione a cui affidarsi. Che comunque andrà trovata a breve, visto che l'Unione Europea ha annunciato per mercoledì 15 il limite in cui si pronuncerà per le linee guida. Le applicazioni scelte dai vari Paesi ovviamente dovranno rispettare il Gdpr, ovvero le strette regole che governano la privacy nel Vecchio continente. E il ministro dell'Innovazione Paola Pisano, durante l'audizione di ieri alla Commissione trasporti, ha tenuto ha specificare che il sistema «non ha l'obiettivo di geolocalizzazione ma quello di tracciamento/memorizzazione per un determinato periodo di tempo degli identificativi dei cellulari con il quale il soggetto sottoposto all'attenzione è venuto in contatto ravvicinato. E questo può accadere se in entrambi i device è presente l'applicazione di tracciamento. A quel punto, nel caso in cui un cittadino fosse identificato come positivo, l'operatore medico autorizzato dal cittadino positivo attraverso l'identificativo anonimo dello stesso, fa inviare un input/messaggio di alert per informare tutti quegli utenti identificati in modo anonimo che sono entrati in contatto con un cittadino positivo».

Una specie di rebus, letto così. Tanto che per riuscire nell'impresa è stata messa in campo una task force di 74 esperti che dovranno scegliere tra 339 proposte.

Dopodiché toccherà a noi scegliere se fare la nostra parte. Siamo pronti?

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