Con ogni probabilità si è trattato di un sodalizio casuale, con Roberto Maroni che ha deciso di forzare la mano sulla questione immigrazione dopo che Luca Zaia si era già esposto sul tema e con Giovanni Toti a seguire a stretto giro. Il risultato è una sorta di asse del Nord tra le tre regioni guidate dal centrodestra: Lombardia, Veneto e Liguria. Che si sono schierate apertamente contro il governo, contestando il sistema della quote e annunciando che diffideranno i sindaci dall'accogliere altri arrivi.
Ora, lasciando da parte il merito della questione perché l'invito a disattendere disposizioni governative è comunque materia delicata, il punto politico è l'alleanza inedita tra Lombardia, Veneto e Liguria, tre regioni che da sole valgono oltre 16 milioni di italiani. Un sodalizio - quello che si è venuto a creare ieri - che non pare studiato a tavolino ma che potrebbe costituire un precedente importante. Vista infatti la fragilità delle opposizioni in Parlamento, l'idea di provare a ripartire dal territorio per rilanciare il centrodestra potrebbe non essere affatto peregrina. Intanto perché è proprio sul territorio che Forza Italia ha perso parte del suo appeal e dunque sfruttare la vittoria di Toti anche in chiave di un rilancio nazionale potrebbe avere senso. Senza considerare che proprio un asse privilegiato tra Lombardia, Veneto e Liguria potrebbe essere il laboratorio dei futuri equilibri tra la Lega e Forza Italia. Che, al netto di quanto va ripetendo Matteo Salvini, quando si andrà a votare confluiranno con ogni probabilità in una lista comune così come impone l' Italicum .
Non a caso, infatti, seppure in sordina nel centrodestra si è ripreso a disquisire di primarie. D'altra parte, è chiaro che i risultati delle regionali hanno messo Salvini in pole position per una eventuale leadership e l'obiezione che il segretario della Lega non è rappresentativo dell'area più moderata del centrodestra non è più sufficiente a stopparne l'ascesa. Una consultazione dell'elettorato, insomma, rischia di essere inevitabile. Che si tratti di primarie o di convention degli eletti e di altro ancora. Ecco perché proprio ieri Toti non ha chiuso la porta ad una regolamentazione.
«Se tutti i partiti fossero d'accordo a stabilire le primarie come mezzo di selezione delle candidature - ha detto il neogovernatore della Liguria - allora si potrebbe pensare anche ad un disegno di legge per regolamentarle».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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