L'arresto di Rizzi unisce la sinistra: "Maroni non può governare, si dimetta"

L'arresto di Pietro Rizzi, leghista e fedelissimo di Roberto Maroni. La sinistra si è unita sotto un unico coro. Da Sel al Pd passando per M5s vogliono le dimissioni del Presidente della regione Lombardia

L'arresto di Rizzi unisce la sinistra: "Maroni non può governare, si dimetta"

I carabinieri del Comando provinciale di Milano hanno eseguito 21 ordinanze di misura cautelare firmate dal Gip del tribunale di Monza, su richiesta della locale procura, nei confronti di 21 persone indagate, a vario titolo, per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio. L'indagine "Smile" ha coinvolto anche Fabio Rizzi, presidente della commissione Sanità e politiche sociali della Regione Lombardia.

La destra fa subito quadrato attorno al Presidente della commissione Sanità del consiglio regionale della Lombardia, autore materiale della riforma della sanità voluta dal governatore Roberto Maroni. Il presidente del Consiglio regionale lombardo, Raffaele Cattaneo è intervenuto sull'arresto di Rizzi durante una pausa dei lavori d'aula. "Per quanto mi riguarda questa giunta ha la responsabilità e il dovere di andare avanti così come ce l'ha il consiglio regionale nello studio di provvedimenti. Siamo tutti coinvolti nel compito di alzare la guardia. E' più utile chi chiede le dimissioni, o chi aiuta in modo concreto?". Cattaneo ha quindi voluto sottolineare che, nonostante le inchieste e gli arresti, la Sanità in Lombardia "funziona, costa poco ed è efficiente". Cattaneo ha voluto sottolineare come, nonostante le inchieste e gli arresti, "la sanità in Lombardia funziona, costa poco ed è efficiente".

La sinistra invece si scaglia contro il Presidente della Regione Lombardia. Chiara Cremonesi, coordinatrice regionale di Sel (Sinistra, ecologia e libertà) commenta l'arresto di Rizzi: "Se confermata l'accusa, che riguarderebbe turbativa di appalti e corruzione, saremmo di fonte a un nuovo ed ennesimo caso di pessima e criminale gestione della cosa pubblica in perfetta continuità con la precedente Giunta Formigoni". Anche il Partito Democratico interviene sulla questione: "Un altro tassello del disastro Lega in regione Lombardia. Dopo Mantovani, il vice di Maroni, dopo Garavaglia, l'assessore di Maroni, oggi Rizzi, l'autore della riforma sanitaria di Maroni. La Lega predica male e razzola peggio, per di più in un settore delicatissimo come la sanità. Per Salvini è colpa dei magistrati anche oggi? Non è che il castello di carte che si è costruito gli sta franando addosso?"" afferma la deputata Simona Malpezzi. Il segretario lombardo del Pd, Alessandro Alfieri ha dichiarato: "Bisogna rescindere fortemente il rapporto fra la politica e la sanità. Maroni deve prendere atto che non è riuscito a garantire discontinuità con il passato e l'unico modo per farlo a questo punto è di andare alle elezioni".

Il Movimento 5 stelle non si è astenuto dai commenti e ha chiesto le dimessioni di Maroni. "Aspettiamo Maroni in aula perchè chiarisca la situazione. Non deve venire a difendere la sua poltrona o a ribadire il garantismo costituzionalmente sancito, il problema politico è enorme: venga ad annunciare che si dimette per il bene dei lombardi" ha dichiarato Stefano Buffagno.

Più critico e sempre sulla falsa riga delle unioni civili è Fabrizio Marrazzo, portavoce di Gay Center: "La Lega dei 5000 emendamenti sulle unioni civili tiene famiglia. Quella di Rizzi e della moglie arrestati a Milano. Chissà ora se Maroni accenderà il Pirellone con la scritta 'Arrestato Rizzì"".

Poi aggunge: "C'è a destra chi fa battaglie ideologiche sulla famiglia anche oggi in Senato sulle unioni civili e poi si ritrova con suoi esponenti di punta coinvolti in fatti di malaffare. Maroni e C. la smettano di fare i moralisti. Non è proprio il caso".

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica