Nonostante le dietrologie dei media degli ultimi giorni, Matteo Salvini sembra tutt'altro che intenzionato a fare un accordo col rivale storico Matteo Renzi. Eppure ieri, per un attimo, a molti è parso che le posizioni dei due leader politici potessero in qualche modo convergere. Da una parte il senatore di Rignano che dà l'ultimatum al premier Giuseppe Conte sullo sblocco con i commissari dei cantieri fermi, eliminazione o modifica del reddito di cittadinanza, «giustizia giusta» e cambiamento delle «regole insieme per eleggere il sindaco d'Italia». Dall'altra l'ex ministro dell'Interno, che rilascia una dichiarazione che la dice lunga: «Con Renzi si possono trovare accordi per far saltare il governo? No», ha detto ieri in visita a Casalecchio di Reno. Il tutto prima di negare che vi sia un dialogo tra Renzi e Forza Italia: «Non mi risulta», ha chiarito. Cosa certa, assicurano fonti della Lega, che tra Salvini e il leader di Italia Viva allo stato attuale non ci sono contatti in corso. Eppure il Capitano lancia un assist all'avversario: «Su alcuni temi Renzi ha ragione: che la riforma della giustizia così come ideata non funziona ha chiarito - che bisogna aprire i cantieri, che il reddito di cittadinanza così come è stato strutturato non funziona. Se ha ragione su questi fronti però tolga la fiducia al governo».
D'altronde, il segretario della Lega su questi temi insiste da mesi: ci sono cantieri chiusi da troppo tempo, con un blocco delle imprese che una volta trainavano l'Italia, c'è una giustizia paralizzata, con processi che durano anni e magistrati con super poteri che andrebbero ridimensionati e poi c'è la creazione dei pentastellati, il reddito di cittadinanza, che a oggi viene preso anche da molti furbetti. Cose da cambiare e su cui lavorare, ma sono solo alcuni degli innumerevoli punti da trattare per cambiare l'Italia. E se da una parte c'è chi assicura che, almeno in vista delle prossime Regionali in Toscana, il «suocero» di Salvini, Denis Verdini, spingerebbe per un accordo con l'ex rottamatore fiorentino, nella realtà dei fatti il retroscena è un altro. La sintesi sta in quanto dichiarato domenica scorsa dal leader leghista all'incontro su Roma Capitale all'Eur: «Una Lega in un governo elettorale? Non siamo disposti a governi arlecchino. Tutto ciò che può portare a elezioni mi interessa. Tirare a campare no». Se dovesse cadere il governo, d'altronde, Salvini si augura «elezioni. Il dato preoccupante è che l'economia italiana è ferma. È questo quello che mi preoccupa, il resto viene dopo». Da ambienti vicini all'ex vicepremier si apprende che probabilmente il Capitano sta aspettando di vedere cosa succederà al referendum del 29 marzo, che porterà a uno scontatissimo taglio dei parlamentari. Ciò a cui punta è andare a elezioni quanto prima, con l'aiuto di chiunque voglia perseguire lo stesso obiettivo. Per questo l'appello a Renzi, che fa capire chiaramente: «Si può lavorare su punti comuni, ma stacchi la spina al governo». Ma da qui a fare accordi, di acqua sotto ai ponti ne deve passare.
Prima di tutto ciò, oltretutto, viene l'emergenza nazionale a causa del Coronavirus.
«È il momento di lavorare - specifica Salvini - e di non pensare ai litigi politici. Se Conte non è in grado di garantire la salute pubblica di chi vive in questo straordinario Paese, si faccia da parte e lasci lavorare chi sa e chi ha voglia di lavorare per difendere l'Italia e gli italiani».
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