Roma - «Avanti senza rancore», (sper)giura Matteo Renzi riprendendo i giri di presentazione del suo libro. Ma le sue parole sui magistrati, ribadite ormai a ogni uscita pubblica, testimoniano una tensione ai limiti (mediterebbe persino una clamorosa uscita dal Pd, secondo i boatos) e di sicuro una visione della lotta politica ben diversa da quando ebbe a commentare con un lapidario «game over» l'estromissione di Berlusconi dal Senato.
«Vorrebbero giudicarci tutti nelle piazze populiste e aspettare un mio fallo di reazione - insisteva ieri il senatore di Rignano - è una tale campagna di odio contro di me... Lo sanno anche i sassi dove vogliono andare a parare. Però è da vigliacchi mettere in mezzo la mia famiglia... Anche se in tanti cercano parole di consolazione, io conosco la verità che nessuno vuole dire. Se non avessi fatto politica, oggi i miei genitori non subirebbero questo...». Sfoghi umani che riscuotono solidarietà a largo raggio: da Berlusconi a Salvini. Quest'ultimo ribadisce di non conoscere l'inchiesta e di non voler parlare del lavoro dei magistrati. «Spero solo che facciano in fretta... Non ho niente da festeggiare perché le battaglie le voglio vincere con le idee e con i fatti...». Tutti, nel Pd, esprimono solidarietà personale. Eppure c'è molto imbarazzo per l'attacco ai magistrati di Renzi (esternazione che, secondo i grillini, meriterebbe un «approfondimento» da parte del Csm). Così se Zingaretti rifiuta l'idea del «complotto» evocato dall'ex leader, Martina trova «giusto reagire se attaccato», Orfini dice che «la magistratura va difesa da se stessa» e Giachetti ribadisce che la «giustizia è malata».
A farsi sentire ieri è stata però l'Anm, tutt'altro che tenera nei confronti dell'ex premier. «Riteniamo sia inammissibile parlare di giustizia a orologeria - si dice in una lunga nota - : l'azione della magistratura non si arresta mai e non è mai rivolta a una contingenza politica o a favorire o danneggiare una parte politica... Non è accettabile parlare di interventi orientati, mediaticamente pilotati o aventi finalità politiche. I provvedimenti della magistratura hanno sempre un unico obiettivo, la tutela dei diritti dei cittadini, senza distinzioni... È giusto fare chiarezza su questo perché vogliamo evitare dannosi tuffi in un passato che non vogliamo più rivivere e interrompere un refrain che rende una cattivo servizio ai cittadini». Ma forse ancor più dura è una dichiarazione resa dagli esponenti di «areaDG» del Csm (Giuseppe Cascini, Alessandra Dal Moro, Mario Suriano e Ciccio Zaccaro): «Siamo convinti che i provvedimenti giudiziari passano e debbano essere commentati ed anche criticati. Non è accettabile però che, come spesso capita, vengano strumentalizzati nel dibattito politico...
Siamo preoccupati per taluni commenti che suggeriscono che la applicazione di una misura cautelare domiciliare nei confronti dei genitori di Renzi sia stata un capolavoro mediatico o sia dovuta all'impegno politico del figlio».
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