Pubblichiamo qui il testo scritto da Vittorio Sgarbi come introduzione al calendario 2017 dei Vigili del Fuoco e che poi, all`ultimo momento, è stato fatto «saltare». Il calendario storico, dal titolo Salvare la bellezza!, è dedicato all`impegno dei Vigili del Fuoco nella salvaguardia del nostro patrimonio storico artistico.
Tra le più felici invenzioni di un grande poeta, Gabriele D'Annunzio, c'è la definizione di un Corpo dello Stato, al quale ognuno guarda con speranza e riconoscenza: i Vigili del fuoco.
La nostra sicurezza, la nostra vita, talvolta, è garantita dalle cosiddette forze dell'ordine, votate a combattere il male degli uomini: Arma dei Carabinieri, Polizia, Finanza. Esse perseguono i delitti, individuano i colpevoli, risarciscono gli innocenti.
Uomini malvagi contro persone indifese. Per questo hanno la nostra confidente gratitudine, quando non sono deviate verso teoremi criminali, non sempre reali, dalla magistratura.
Ma i Vigili del fuoco, che, per la loro operatività, furono chiamati, e ancora sono nella pratica funzione, «pompieri», hanno la nostra più ampia e maggiore riconoscenza, perché non combattono la malvagità colpevole degli uomini, ma il male della natura e del caso.
Non devono inseguire e reprimere uomini che sbagliano a danno di altri uomini, ma il fuoco, l'acqua, i sussulti della terra, l'aria che si fa tempestosa come uragano. Sono uomini dalla nostra parte contro la violenza della natura che si esprime nei suoi fondamentali elementi, quando essi si manifestano furiosamente fuori dall'armonia, nel corso dei fiumi, nel movimento dei venti, nella forza incontrollabile del fuoco, nell'anima implacata della terra.
Quando gli elementi si scatenano, i Vigili del fuoco, vigili anche dell'acqua, dell'aria e della terra, mostrano la forza dell'uomo nel resistere e contrastare la natura nemica. È l'impresa più difficile, nell'impari confronto che vede l'uomo travolto, sconfitto, e la natura violenta, irriducibile.
A un certo momento le parti si ribaltano. E, per tutti noi, i Vigili del fuoco salvano i feriti, recuperano i morti, mettono in sicurezza edifici, opere d'arte e beni materiali degli uomini. E, da uomini, essi si fanno angeli.
La felice formula di D'Annunzio indica anche la funzione sempre più necessaria e richiesta: la prevenzione.
Lo Stato dovrà, dopo i soccorsi, ricostruire. Ma i Vigili del fuoco non spengono soltanto gli incendi accesi da ogni forza della natura nei suoi elementi infuriati, ma, appunto, vigilano, controllano, cercano di contenere le minacce e l'ira di un improvviso sconvolgimento dell'ordine delle cose.
A nessuno, come a loro, dobbiamo gratitudine per ciò che impediscono e per ciò che dominano, quando ormai tutto sembra perduto.
Per la violenza chiamiamo le altre forze dell'ordine; per l'emergenza i Vigili del fuoco. Essi arrivano e ci rassicurano moralmente. La loro efficacia materiale è un valore spirituale.
Essi vigilano sulle nostre cose e salvano le nostre anime, perché anch'esse non si consumino nella cenere. E, in fondo, i Vigili del fuoco non si occupano dell'ordine del mondo, della natura per l'uomo, ma della inquietante minaccia del disordine, della natura contro l'uomo. E ci riconciliano con Dio.
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