«È l'Europa che ci sta scrivendo la manovra, alla faccia del sovranismo di questo governo. Secondo me il governo deve andare a casa prima delle elezioni Europee per il bene del Paese. Speriamo di mandarlo a casa prima».
Silvio Berlusconi, a margine della cerimonia di auguri alle Alte cariche dello Stato al Quirinale, si concede qualche battuta con i giornalisti. Ribadisce un giudizio severo e inequivocabile sull'esecutivo in carica. E a chi gli chiede se si senta pronto per un nuovo incarico replica: «Io non c'entro più con il governo, ho un'età veneranda. Io sono solo un suggeritore dall'esterno».
La freddezza del presidente di Forza Italia si manifesta non solo a parole. Nei corridoi del Quirinale Berlusconi cammina a passo svelto verso la sala del ricevimento e quando gli viene indicato che alle sue spalle c'è Giuseppe Conte non si concede a saluti e convenevoli. Ben altro atteggiamento, invece, verso il capo dello Stato con il quale si ferma a conversare e al quale aggiusta anche il nodo della cravatta.
Il pensiero di Berlusconi resta concentrato sul futuro del Paese e del governo. Martedì sera, nell'incontro con i senatori di Forza Italia, ha sottolineato che «mancano 6-8 voti al Senato e sarà ribaltone, stiamo portando avanti i contatti con i Cinquestelle responsabili, presto ci saranno novità». Secondo alcuni calcoli fatti dagli azzurri servirebbero 24 cambi di casacca al Senato e 36 alla Camera. Si tratta della cosiddetta «operazione scoiattolo», anche se nei corridoi di Montecitorio si fa notare che molti malpancisti potrebbero guardare a sinistra o comunque rimanere in un limbo senza avviare le pratiche di divorzio. Di certo soprattutto a Palazzo Madama alcuni Cinquestelle - eletti soprattutto nei collegi e quindi con un maggior legame con il territorio - stanno vivendo un momento di sofferenza e di difficoltà. Il governatore della Liguria Giovanni Toti, però, boccia in toto «l'operazione scoiattolo» e - intervistato dall'Adnkronos - invita il leader di Forza Italia a non candidarsi alle prossime Europee.
Per Berlusconi il voto ai Cinquestelle è «una malattia» che ha colpito gli italiani. I dittatori non sono venuti fuori da un colpo di stato ma da un voto popolare, ha ragionato citando Hitler e Fidel Castro. Il presidente degli azzurri ha invitato i suoi parlamentari a darsi da fare per sondare i grillini più delusi dalla gestione Di Maio e dal mancato coinvolgimento nel processo decisionale interno. «Ognuno di voi cerchi di avvicinare un grillino scontento, ascoltate il loro malessere». Il Cavaliere ha anche ricordato il gradimento da lui raggiunto dopo il discorso di Onna del 2009, quando toccò il 75% dei consensi, mentre oggi Salvini è al 52 e di Maio al 35%.
I sondaggi danno conforto a uno scenario di rilancio del centrodestra, visto che la coalizione unita si attesterebbe attorno al 47-48%. Matteo Salvini, però, non sembra intenzionato - almeno per il momento - ad abbandonare l'alleanza gialloverde.
«Io non do buca a nessuno, con Berlusconi, alleato sui territori e nei Comuni, ci vedremo il prima possibile» dice durante l'incontro per gli auguri con i giornalisti. «Conto che questo governo avrà lunga e proficua vita. I governi che nascono sui cambi di idee e di casacca non corrispondono né alla mia sensibilità né a quella degli italiani».
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