È il giorno della grande attesa per l'apertura delle «urne virtuali» per Giuseppe Conte, all'indomani del suo appello agli elettori a Cinquestelle affinché colgano «una occasione unica per fare il bene degli italiani». Ma anche della lunga notte della trattativa per i ministeri. Il presidente del Consiglio incaricato attende il via libera degli iscritti alla piattaforma Rousseau un risultato favorevole che nessuno ha realmente mai messo in dubbio - per consumare l'ultimo passo e salire questa mattina al Colle con la lista. Una accelerazione che portare a un giuramento già nel pomeriggio di oggi. Il voto alla fine è plebiscitario, oltre le previsioni. E ora il premier con questa investitura virtuale di quello che strada facendo è diventato il «suo» partito a presentare una squadra nella quale il premier intende avere un ruolo centrale e una sovranità definita, diversamente da quanto accaduto nei primi mesi del governo gialloverde, quando rimase schiacciato nella morsa dei due vicepremier per poi uscire alla distanza.
Il lavoro di Conte è ormai in dirittura d'arrivo e la giornata segnata dagli ingressi e dalle uscite delle delegazioni ne è la dimostrazione, con un'unica pausa per un veloce passaggio dal barbiere. Il confronto più approfondito è quello con il vicesegretario Pd Andrea Orlando e con Dario Franceschini, ma nella sede del governo arrivano anche Vincenzo Spadafora, i capigruppo Graziano Delrio e Andrea Marcucci per il Pd e Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli per i Cinquestelle. Si cerca ufficialmente una sintesi sul programma, ma naturalmente bisogna lavorare di cesello e di Manuale Cencelli per definire la squadra di governo e trovare un equilibrio sulle poltrone da assegnare.
L'intenzione è quella di mostrare attraverso il programma una discontinuità che la presenza degli uomini chiave dei due partiti nel governo non consentirà di avere. Il tentativo è dunque quello apporre il crisma della novità su una operazione politica difficile soltanto da immaginare fino a poche settimane fa. Il tutto tenendo conto dei paletti fissati da Sergio Mattarella che chiede di scegliere profili adeguati e non politici tanto per il ministero dell'Economia quanto per l'Interno. Conte, comunque, nel confronto con i capigruppo cerca di definire una sintesi tra i punti programmatici più cari al Pd sulla detassazione del lavoro dipendente e sulla green economy e quelli più a impronta pentastellata come il superamento dell'eccessiva rigidità dei vincoli europei e il reinserimento della riforma per il taglio dei parlamentari. «Siamo qui per trovare la sintesi per un governo serio che duri. Il lavoro sul programma è praticamente finito», aggiunge Delrio.
Dopo un primo incontro interlocutorio lunedì ieri Conte ha fatto il punto sulle caselle. Il Movimento mira a mantenere i dicasteri di cui aveva responsabilità nell'era Salvini-Di Maio. Risolta la questione dei contrappesi con l'opzione «zero vicepremier», uno dei nodi da sciogliere è quello della Farnesina, ministero ambito dall'uno e dall'altro partito, dallo stesso Luigi Di Maio in primis.
Dario Franceschini l'uomo che ha sempre mantenuto vivo il dialogo con i Cinquestelle sarà una sorta di capodelegazione dei ministri del Pd, mentre si dovrà verificare se verrà mantenuto il ministero dello Sviluppo Economico o si procederà a uno spacchettamento. Ultimi nodi per celebrare quello che dopo il «Rousseau Day» sarà ufficialmente il «Conte Day».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.