Cronache

Così Briatore asfalta il reddito grillino

Secondo l'imprenditore per incentivare il lavoro stagionale il governo avrebbe dovuto sospendere per 5 mesi il reddito di cittadinanza

Così Briatore asfalta il reddito grillino

Il reddito di cittadinanza come disincentivo al lavoro stagionale, l'affondo arriva direttamente da Flavio Briatore. Raggiunto da AdnKronos, l'imprenditore non ha usato giri di parole per attaccare ancora una volta la riforma voluta dai grillini: "In Italia c'è il problema del Reddito di cittadinanza - dichiara l'ex team manager di Renault F1 - non c'è alcun giovane che ha voglia di lavorare durante la stagione estiva".

Non solo il Rdc al centro delle polemiche, ma anche la cattiva gestione delle tempistiche da parte dell'esecutivo guidato dall'ex governatore della Banca centrale europea Mario Draghi. "Non è vero che si offrono contratti bassi", prosegue Briatore, replicando all'annosa questione dei compensi inadeguati per i lavoratori. "Il governo doveva sospendere il reddito da maggio a ottobre, dare la possibilità ai giovani di fare la stagione e poi riprendeva a ottobre. Lo Stato risparmiava e magari c'è qualcuno che trovava lavoro per tutto l'anno".

A ciò si aggiunga che una carenza di personale nel nostro Paese si era registrata da ben prima dell'arrivo della stagione estiva: "A fine aprile mancava lavoro in tutti i centri commerciali - insiste l'imprenditore -, i ristoranti erano disperati perché non trovavano personale. Il reddito di cittadinanza andava sospeso per la stagione".

Tempistiche a parte, comunque, resta concreto il problema dei bassi compensi per i lavoratori stagionali, che fungerebbe da disincentivo ad accettare tali impieghi. Una tesi, tuttavia, che viene respinta con forza dallo stesso Briatore: "Un ragazzo che lavora al Twiga (il locale di Briatore in Versilia, ndr), puntualizza l'imprenditore, "ha uno stipendio minimo di 1.800 o 1.900 euro al mese. In Italia una stagione dura 4 mesi. Ripeto, dovevano abolirlo, lasciare che i ragazzi lavorassero con salari ovviamente corretti e poi riprenderlo". Un modo, per lo Stato, di risparmiare sull'elargizione del reddito di cittadinanza almeno per i 5 mesi più "caldi" dell'anno: "Invece, mantenendolo durante la stagione, i giovani ci chiedono di lavorare in nero, una cosa che non possiamo permetterci di fare".

La polemica sulle discoteche

Anche la discriminazione nei confronti delle discoteche, per quanto concerne le riaperture, è un tema caro all'imprenditore. "Non si è capito perché siano state tenute chiuse. Si potevano aprire col green pass o con il tampone", attacca Briatore. Nel frattempo, invece, in tutto il Paese veniva data la possibilità di creare assembramenti"in spiaggia, in party privati, con ville che si trasformavano in discoteche senza nessun controllo".

Discoteche nel mirino, dunque, mentre per le strade ed in spiaggia non c'era nessuna limitazione: "Quando l'Inter ha vinto il campionato o quando l'Italia ha vinto gli Europei c'erano in ogni città centinaia di migliaia di persone assembrate che si baciavano e si urlavano in faccia. È tutto un controsenso", dichiara in conclusione l'imprenditore.

"Non aprire le discoteche con green pass o con un tampone con codice Qr ha messo in difficoltà migliaia di operatori".

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