Il Cavaliere prepara "il tour delle cento province"

Il leader di FI ai suoi: pescheremo nell'astensione. Prove tecniche di scissione verdiniana

Il Cavaliere prepara "il tour delle cento province"

Berlusconi raduna i big del partito a palazzo Grazioli e fa il punto della situazione. Specie su Forza Italia, movimento nel quale le fibrillazioni politiche restano elevate; come elevato è il segno «rosso» per quanto riguarda le proprie casse. Attorno al tavolo ci sono i capigruppo di Camera e Senato, Renato Brunetta e Paolo Romani; la plenipotenziaria sui conti, Mariarosaria Rossi e il neo governatore della Liguria Giovanni Toti; la responsabile comunicazione Deborah Bergamini; ma anche Maurizio Gasparri, Annamaria Bernini e Mariastella Gelmini. Tutti attorno al leader che, raccontano, «rispetto a quanto gli sta accadendo è sereno e determinato». Il riferimento è all'assalto giudiziario che non si placa: due giorni fa la condanna per il caso De Gregorio mentre oggi sarà in Puglia a testimoniare al processo Tarantini. Eppure Berlusconi non si scompone più di tanto e alcuni uomini a lui vicini negano un'eccessiva ira nei confronti della magistratura. Come se ormai ci avesse fatto il callo. Non lo scuote particolarmente neppure l'ultimo schiaffo: quello del colpo di forbice al vitalizio da senatore assieme ad altri sette suoi ex colleghi.

Berlusconi pensa sempre a come far ripartire Forza Italia e chiede a tutti di dire la propria, specie alla luce degli ultimi sondaggi. Analisi in chiaro-scuro: gli azzurri sono stabili all'11% ma la somma dei partiti che formano il centrodestra dà un ottimo risultato. Sarebbe testa a testa col Pd. Certo, Forza Italia sembra avere i motori ingolfati; «ma adesso ho intenzione di far partire il mio tour delle 100 Province. Dobbiamo pescare nel mare immenso dell'astensione; dobbiamo tornare in mezzo alla gente e invertire la tendenza per cui la maggior parte degli italiani ora è schifata dalla politica».

Facile a dirsi, più difficile a farsi anche perché le casse del partito piangono. A questo proposito parte il richiamo: «Tutti devono versare i propri contributi al partito». Sforzo titanico su cui sta lavorando Mariarosaria Rossi. Già di per sé è complicato chiedere ai parlamentari di mettere mano al portafogli per rinunciare a qualche euro; figurarsi se all'interno del partito rimangono i mal di pancia. Malumori sulla linea politica emersi anche ieri dove, alla Camera, i verdiniani si sono fatti sentire. Sulla riforma della scuola, infatti, D'Alessandro, Parisi, Faenzi e Mottola hanno votato «sì» in difformità dal gruppo mentre Centemero e Abrignani non si sono fatti vedere. Un segnale, preludio allo strappo? D'Alessandro nega ma intanto, al Senato, il verdiniano Riccardo Conti lascia il gruppo di Forza Italia per approdare al Misto.

Pare invece a un passo dal perfezionarsi la frattura dei fittiani anche alla Camera: giovedì prossimo è probabile la costituzione del gruppo autonomo dei

«Conservatori e riformisti» anche a Montecitorio. Berlusconi fa spallucce: li considera già fuori da un pezzo. E, forse per tirarsi su il morale, si concede la visione di alcuni filmati del deputato-imitatore Simone Baldelli.

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