Pier Francesco Borgia
Roma In vista delle elezioni in Abruzzo Matteo Salvini continua a prendere le distanze da Forza Italia, rivendicando la coerenza della Lega, «mentre qualcun altro -attacca- in Parlamento vota sempre più spesso con il Pd». Il voto in Abruzzo rappresenta uno spartiacque nella vita del centrodestra. Ne sono sicuri ai piani alti del Carroccio. Da lì parte la vera svolta. E porta la firma di un regista di provata esperienza. Dietro questa mossa c'è infatti la determinazione di Giancarlo Giorgetti. Il vice di Salvini al partito, nonché potente sottosegretario a Palazzo Chigi, ha spinto sull'acceleratore per consolidare la distanza fra il Carroccio e Forza Italia. Brucia ancora il voltafaccia mostrato da Berlusconi sulla questione delicata della presidenza Rai. Marcello Foa doveva passare, ripetono i leghisti che mai si sarebbero aspettati un irrigidimento simile da parte degli alleati con cui hanno condiviso la lunga e faticosa campagna elettorale delle politiche di marzo. Insomma adesso la Lega gioca duro e alza la posta. Non si tratta solo di minacciare le navi delle Ong, come quasi tutti i giorni fa Salvini, qui si tratta anche di togliere terreno sotto i piedi degli alleati naturali (quelli del centrodestra), ripartendo dalle periferie e dagli enti locali, come insegna il caso Abruzzo. Operazione questa che potrebbe rappresentare anche l'inizio di una nuova «campagna acquisti», visto che sono in tanti a predire un sensibile trasferimento di truppe dai partiti del centrodestra verso la Lega. Tanto è vero che il primo plauso per lo strappo abruzzese, Salvini lo ha ricevuto da Alessandra Mussolini, che non nasconde la sua intenzione di essere candidata per le prossime elezioni europee nelle liste del Carroccio. È Salvini, ripetono in molti, l'uomo forte che la destra cercava da tempo. Se il dado è tratto a Pescara, però è ancora nelle mani dei giocatori per quanto riguarda le altre partite locali. In questo scorcio di 2018 si correrà anche in Basilicata e in Trentino Alto-Adige. E poi il prossimo anno, oltre alle Europee, ci sono regioni importanti al voto anche se a guida centrosinistra. Quindi non viene messo in discussione un governo Forza Italia-Lega che altrove funziona bene (come in Lombardia e in Veneto).
Intanto Salvini continua la sua campagna elettorale permanente ribadendo quotidianamente i suoi slogan, spesso condivisi con i 5 Stelle. Sui vaccini «preferisco spiegare e non obbligare». Su altri temi invece resta la distanza con l'alleato: «Chi ha paura di mamma e papà ha dei problemi», dice, riferendosi ancora alla questione «genitore 1-genitore 2». E sulla capotreno che ha apostrofato gli zingari: «Andrebbe premiata perché ha difeso il diritto a viaggiare sicuri». I sondaggi interni, rendono i leghisti ottimisti.
E sembrano dare ragione alle ultime intuizioni salviniane, bene evidenziate da Gianfranco Rotondi (Rivoluzione cristiana): «Salvini sta molto semplicemente costruendo il suo centrodestra in forma di partito, non più di coalizione».
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