La ricetta utopica di Tsipras: stracciare il patto con la Troika

Il leader della sinistra, in testa nei sondaggi, promette ristrutturazione del debito e crescita

La ricetta utopica di Tsipras: stracciare il patto con la Troika

Roma - Camicia bianca e largo sorriso, Alexis Tsipras conta di mettere in atto la sua battaglia contro «i falchi dell'euro» vincendo le elezioni anticipate del 25 gennaio in Grecia. La sua parola d'ordine è «speranza», molti la traducono in «utopia».

Con circa 4 punti di vantaggio su Nea Demokratia, il centrodestra del premier Antonis Samaras, la sinistra radicale di Syriza viene data come grande favorita. Il partito che 5 anni fa aveva solo il 4,9 per cento, per i sondaggi ora supera il 30.

L'opposizione dovrà dimostrare, in caso di vittoria, di poter formare un esecutivo stabile ed eleggere il nuovo presidente della Repubblica. Soprattutto, di saper governare senza piegarsi alla troika Ue-Bce-Fmi, ma rinegoziando con Berlino e Francoforte la via d'uscita dalla crisi ellenica, che rischia di affossare l'Europa e fa tremare i mercati finanziari.

Tsipras ha annunciato che il suo governo avrebbe un «forte mandato» per aprire «una trattativa» con le istituzioni europee, sembra però che i negoziati per evitare il default e rivedere gli accordi siano già in corso da giorni. E per raggiungere un'intesa entro febbraio il leader sa che dovrà ammorbidire non poco il programma di rottura che molti vedono condito di sogni, ma fin qui ha alimentato il suo successo e ora gli serve per vincere nelle urne.

La ricetta che il trentasettenne ingegnere ha presentato a Salonicco a settembre dice basta all'austerità imposta dell'Europa e promette la crescita. Lancia una sfida ai creditori internazionali, chiedendo alla troika la cancellazione di una parte dell'enorme debito greco: 330 miliardi di euro, per il 60 per cento del Fondo salva-Stati della Ue, per il 12 del Fmi, per l'8 della Bce.

Tsipras nega di volere la «Grexit», l' uscita di Atene dall'euro e assicura che non ricorrerà a «decisioni unilaterali sul debito», nè toccherà i risparmi privati. Però dice stop ai «tagli lacrime e sangue» per la popolazione greca e pretende dall'Europa uno sconto del 27 per cento della quota del Fondo salva Stati. Insomma, dovrebbero pagare i principali creditori di Atene, cioè i cittadini degli altri 17 Stati dell'Unione monetaria. Ognuno potrebbe pretendere circa 600 euro da Atene e invece, per dire, i tedeschi dovrebbero rinunciare a 50 miliardi, i francesi a 40 e noi italiani a 35.

Questo, a fronte del Piano di ricostruzione nazionale da 11.382 miliardi. Per cancellare la maggior parte del valore nominale del debito pubblico, Tsipras propone una Conferenza europea sull'esempio di quella del 1953 per aiutare la Germania sconfitta. La «clausola di crescita» rimborserebbe la parte restante non attraverso leggi di bilancio, ma con i frutti della ripresa, la creazione di nuova ricchezza.

Altro punto, l'esclusione degli investimenti pubblici dal Patto di stabilità fino a un «New deal europeo», con il sostegno finanziario della Banca europea degli investimenti e «acquisti diretti di obbligazioni sovrane» da parte della Bce.

Il Memorandum sottoscritto con la troika sarebbe sostituito dal Piano di ricostruzione nazionale in quattro «pilastri». Uno: affrontare la«crisi umanitaria» con una spesa pubblica di 1.882 miliardi, concedendo tra l'altro elettricità gratis e sussidi per il pasto a 300mila famiglie povere, 30mila appartamenti con un contributo per gli affitti, assistenza medica e farmaceutica gratis per disoccupati, tessera speciale di trasporto pubblico. Secondo: riavviare l'economia e promuovere la «giustizia sociale» con l'estinzione di obbligazioni finanziarie ai fondi statali e di sicurezza sociale in 84 rate, innalzamento da 5 a 12mila euro della soglia di esenzione fiscale, abolizione della tassa unificata di proprietà (Enifia) sostituita da una patrimoniale sulle grandi proprietà, stop ai pignoramenti sulle prime case e un nuovo ente pubblico di intermediazione per la gestione del debito privato, fino al ripristino del salario minimo di 751 euro. Terzo: «Piano nazionale per riconquistare l'occupazione», con 300mila posti di lavoro in più in due anni e norme più stringenti in difesa dei lavoratori.

Quarto: «Trasformare il sistema politico per rafforzare la democrazia», puntando su forme di partecipazione diretta e sul taglio ai costi della politica e alle immunità dei parlamentari.

Vuol dire stracciare gli accordi presi con la troika, quelli che «vanno rispettati» secondo il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schauble.

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