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L'educazione «yoga» fa male Tolti ai genitori 60 bambini

Famiglie benestanti li avevano affidati al collegio di una santona indiana. Per i giudici era illegale e venivano maltrattati: «Saranno dati in adozione»

L'educazione «yoga» fa male Tolti ai genitori 60 bambini

AlessandriaPer una sessantina di bambini - di un'età compresa tra i 6 e gli 11 anni - questi potrebbero essere gli ultimi mesi da trascorrere con i propri genitori. Il Tribunale per i minori di Torino, ha infatti avviato una procedura di adottabilità per la «situazione di degrado nella quale vivevano e per la struttura inadeguata dove erano fatti crescere ed educati».

Una decisione dura presa dopo le indagini dei carabinieri sulla comunità-asilo-scuola di Cabella Ligure, in provincia di Alessandria, ispirata allo Sahaja Yoga, il metodo di meditazione della santona indiana Shri Mataji Nirmala Devi, morta due anni fa a Genova. «Abbiamo riscontrato una situazione che secondo noi rientra tra quelle da segnalare al tribunale - spiega il procuratore dei minori Anna Maria Baldelli -. La richiesta di adottabilità non è automatica, dovrà essere il tribunale a stabilire se attuarla. I bambini per ora sono rientrati nelle rispettive famiglie e si valuterà caso per caso: saranno ascoltati i genitori e si svolgeranno degli approfondimenti, poi sarà il tribunale a decidere. Certo è che in quel momento, per noi, la situazione era di una gravità tale da giustificare la dichiarazione di adottabilità. Per quanto certi genitori abbiano agito in buona fede - prosegue Baldelli -, non potevano non accorgersi della situazione di degrado in cui vivevano i figli».

La mossa della Procura dei minori di Torino, ha messo in allarme diciassette famiglie italiane più altre 38 provenienti da tutta Europa: Svizzera, Francia, Inghilterra, Romania, Finlandia, che avevano affidato i loro figli al convitto della santona indiana, ed ha messo in allerta consolati ed ambasciate, tutti pronti a dar battaglia per dimostrare come i bambini fossero educati ed assistiti al meglio. I bambini appartengono a famiglie agiate, i cui genitori - avvocati, professionisti, artisti, funzionari delle Nazioni Unite - pagavano una retta di ben 6mila 250 euro l'anno, oltre i contributi, alla Sahaja World Foundation. Loro stessi hanno abbracciato la filosofia dello Sahaja yoga, alcuni lavoravano all'interno della comunità ed intendevano educare i proprio figli con lo steso metodo. Una scelta che adesso mette a repentaglio il loro ruolo di genitori, con il rischio di perdere i propri bambini. Il Tribunale per minori potrebbe esprimersi già entro l'estate, stabilendo se si è verificato oppure no, l'abbandono di minore e quindi aprire le procedure di adottabilità. Gli inquirenti hanno riscontrato che la scuola ed il convitto non avevano autorizzazione edilizie, sanitarie, ed impiantistiche. Sono state evidenziate carenze didattiche, con il mancato rispetto dei requisiti di legge per chi vuole educare i bambini fuori dalle scuole tradizionali. «Non abbiamo agito con intenti discriminatori - precisa il procuratore Baldelli - né contestato i metodi educativi o l'insegnamento religioso. Quello che per noi conta è la totale mancanza del rispetto delle regole». La magistratura punta il dito anche sul modo in cui erano costretti a vivere piccoli, con una temperatura nelle stanze che non superava i 14 gradi e mezzo, mentre nei corridoi e nelle camere le condizioni igieniche non erano delle migliori. Accuse contestate dal legale della comunità, l'avvocato Stefano Capello, che spiega: «Respingiamo ogni accusa di maltrattamento, i bambini erano accuditi con cura e in un luogo per nulla degradato.

Dalla procura di Alessandria non abbiamo ricevuto contestazioni e la chiusura del convitto è dovuta ad un provvedimento amministrativo del sindaco, in quanto erano presenti più bambini di quelli consentiti».

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