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Lega-5s asse anti lockdown. Nel Dpcm misure localizzate

Oggi la cabina di regia e il vertice con le Regioni. Stop alla linea Speranza: tutto chiuso 3 settimane

Lega-5s asse anti lockdown. Nel Dpcm misure localizzate

L'asse tra leghisti e grillini sul no a un nuovo lockdown nazionale riporta in vita l'alleanza gialloverde. Lega e M5S fanno blocco compatto contro la proposta del ministro della Sanità Roberto Speranza di chiudere l'Italia per tre settimane. I ministri del Pd e di Forza Italia si affidano, invece, alle decisioni del presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel governo la posizione rigorista del ministro Speranza resta quasi isolata, dopo le osservazioni consegnate ieri all'esecutivo dagli esperti del Comitato tecnico scientifico. Sì a un rafforzamento delle restrizioni, rispetto all'ultimo Dpcm del 6 marzo, che resterà in vigore fino al 6 aprile. Ma stop a un lockdown nazionale. Anche mini: due, tre settimane. Il governo sarebbe orientato a varare nel fine settimana un nuovo provvedimento con l'inasprimento delle misure restrittive.

Dopo la cabina di regia (in programma oggi) e l'incontro con le Regioni fissato per domani. La proposta di Speranza è chiudere tutto per tre settimane. Con un doppio obiettivo: raffreddare la curva epidemiologica e pianificare la campagna vaccinale. Sul secondo punto, la macchina non è pronta. E soprattutto c'è molta incertezza sulle dosi. La linea rigorista non dovrebbe, dunque, trovare ascolto nelle decisioni del premier Draghi. E non dovrebbe passare nemmeno la modifica della zona gialla, con un irrigidimento dei parametri per scivolare verso la zona rossa.

Anche il ministro per gli Affari regionali Mariastella Gelmini sembra propendere per la linea leghista. Posizione ribadita ieri da Matteo Salvini: «Non ho i dati scientifici per esprimermi, sono favorevole a intervenire dove la situazione è maggiormente a rischio, ma a un lockdown nazionale che coinvolga la Sardegna o altre province dove non c'è nessuna pressione ospedaliera no, occorre intervenire tempestivamente in maniera chirurgica dove c'è urgenza. Non si può intervenire uniformemente, mi sembrerebbe punitivo chiudere tutto e tutti. C'è una situazione sanitaria in alcune zone a rischio e li occorre intervenire, ad esempio la situazione di Brescia e Bologna meritano attenzione, ma dare dei segnali di speranza come ha fatto ieri Draghi è fondamentale. Vediamo di superare questo marzo mettendoci soldi e vaccini, poi l'obiettivo è di tornare ad essere un paese che vive da dopo Pasqua».

La strada che il governo intende seguire porta al «modello Natale»: lockdown solo nel fine settimana e nei giorni di Pasqua. Una strada obbligata, nonostante la protesta di Coldiretti e commercianti. Modello su cui c'è il via libera dei Movimento 5 stelle che dice no al lockdown: «Se chiedete la mia posizione su un lockdown nazionale penso che adesso non serva qualcosa di generalizzato. Vanno guardati i dati di settimana in settimana. Sicuramente un rafforzamento di alcune misure è necessario. Nel frattempo la vaccinazione va avanti. Non sono favorevole a un lockdown generalizzato ma a misure chirurgiche più o meno ampie a seconda delle aree, aspetterei che si pronunci il Cts. Un rafforzamento in alcune aree del Paese vi è già stato con le nuove Regioni che hanno cambiato colore» spiega il sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri. Non convince l'ipotesi di modificare le condizioni nella zona gialla con l'inserimento di nuove restrizioni. La road map nel governo è tracciata: oggi e domani nuovo giro di riunioni.

Nel fine settimana Draghi firmerà il nuovo Dpcm.

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