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La Lega passa sopra i grillini. Braccio di ferro sull’ecotassa

"Via incentivi per le auto green". Ma M5s insiste sul bonus Reddito, lite Giorgetti-Di Maio. Salvini: rispetto il contratto

La Lega passa sopra i grillini. Braccio di ferro sull’ecotassa

D opo il reddito di cittadinanza e quota cento Lega e M5s si scontrano anche sull’ecotassa e il bonus per incentivare l’acquisto di auto green. Con un emendamento alla legge di Bilancio del capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo, si chiede di abrogare i commi relativi alla cosiddetta ecotassa sulle auto, introdotti alla Camera dai Cinquestelle. Emendamento che provoca la protesta del pentastellato Michele Dell’Orco, sottosegretario alle Infrastrutture. «Il bonus per le auto elettriche è una misura imprescindibile, deve rimanere e le risorse di copertura da qualche parte ci devono essere», afferma preannunciando una riformulazione del governo anche sul malus che «non è una nuova tassa e comunque la nostra intenzione è non toccare le utilitarie». Il tiro alla fune tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini prosegue senza tregua e l’approvazione della manovra si trasforma in una Via crucis per l’alleanza di governo. Le coperture per tutti i provvedimenti non ci sono ma entrambi non intendono rinunciare a quanto promesso ai loro elettori. E ora che la manovra definitiva deve venire alla luce emergono differenze inconciliabili. Chi arretrerà almeno in parte dalle proprie posizioni per salvare l’alleanza? Perché se non si arriverà a un compromesso la fune si spezzerà e a saltare sarà la coalizione di governo. A dissotterrare l’ascia di guerra per primo è stato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che ha attribuito i consensi raccolti da M5s alla promessa del reddito di cittadinanza. Un provvedimento che per il braccio destro di Salvini aumenterà il rischio di lavoro nero: «È l’Italia che non ci piace» ha detto due giorni fa. Parole durissime che marcano la distanza tra il Carroccio e i grillini e alle quali Di Maio replica altrettanto duramente. Senza il reddito di cittadinanza anche l’Italia rischia il caos in piazza come la Francia, dice Di Maio che agita lo spettro dei gilet gialli e promette «il taglio di 345 parlamentari» nel 2019. Di Maio poi mette a tacere Giorgetti. «Io il contratto l’ho firmato con Salvini e nel contratto ci sono il reddito di cittadinanza, le pensioni minime più alte, gli aiuti ai lavoratori - dice Di Maio - Dobbiamo andare avanti su questa direzione perché se aiutiamo le persone in difficoltà riparte tutta l’economia». Poi una stoccata al Carroccio. «La terza regione che prenderà per numeri il reddito di cittadinanza sarà la Lombardia - ricorda Di Maio -. A me l’Italia piace tutta. Non c’è un’Italia che non mi piace, mi piace il risotto alla milanese e la pizza napoletana». Incredibilmente tocca a Salvini fare da pompiere assicurando il rispetto del contratto di governo e la piena condivisione per il reddito di cittadinanza. «A me piace tutta l’Italia che aiuta gli ultimi. E quello che c’è nel contratto lo rispetto perché siamo di parola», garantisce Salvini dicendosi «d’accordo con quello che abbiamo firmato».

Sul taglio alle pensioni d’oro «la soluzione la troviamo» prosegue anche se la distanza con Di Maio è grande.

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