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Legge Severino, il ministro Orlando: "Nessun intervento da parte del governo"

Il ministro della Giustizia spiega che il tema "non è all’attenzione del nostro ministero". Polemiche sul Pd

Legge Severino, il ministro Orlando: "Nessun intervento da parte del governo"

Il governo Renzi non intende intervenire in alcun modo sulla Legge Severino. Lo fa sapere il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, rispondendo ai giornalisti a Montecitorio. "Non c’è alcun disegno di legge o intervento sulla legge Severino", dice il Guardasigilli, chiarendo che la questione non è all’attenzione del governo, anche se la riforma della giustizia, più in generale, è tra le priorità di Palazzo Chigi. "Quindi non c’è da attendersi nulla su questo fronte?", hanno chiesto i cronisti al ministro. La sua risposta è stata possibilista: "Questa è una valutazione di altra natura. All’attenzione del nostro ministero non c’è alcun intervento", anche perché i decreti attuativi della legge Severino passarono per il ministero dell’Interno e della Funzione pubblica, non da quello della Giustizia, ha spiegato Orlando, che ha poi ribadito come non ci sia alcun provvedimento di modifica della norma "in gestazione".

"Toccare oggi la legge Severino sarebbe un segnale sbagliato. È bene che si pronunci la Corte costituzionale, nei tempi e nei modi che le sono propri", dice Walter Verini, capogruppo del Pd in commissione Giustizia. "La legge Severino - ha osservato - è stata fatta per contrastare la corruzione, anzi è il primo provvedimento organico in questa materia. Si è voluto stabilire una serie di requisiti per poter ricoprire cariche istituzionali ed elettive. Metterci mano ora sarebbe un segnale sbagliato". A proposito della questione sollevata da De Magistris (il presidente della Consulta Tesauro, ha auspicato un intervento del Parlamento), Verini spiega: "Capisco la logica delle parole di Tesauro, ma è giusto che la Corte dirima un punto su cui il parlamento si è già espresso".

"Per la prima volta nella storia della Repubblica - afferma Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera - un autorevole membro del parlamento, il capogruppo Pd in Commissione giustizia, Walter Verini, demanda la funzione
legislativa e di miglioramento delle legge ai giudici, vuoi del Tar, vuoi della Consulta. La Costituzione ci pare avesse assegnato questo potere alle Camere, che è la sola ragione per cui esistono". E prosegue: "Se non bastasse il buon senso Verini sia coerente e visto che si fida solo dei segnali della Corte Costituzionale, ne ascolti il presidente Giuseppe Tesauro che ha detto: 'Tra il parlamento e il giudice io preferisco sempre il parlamento. Quindi, se il parlamento volesse intervenire, non so in che termini, certo sarebbe meglio, più sanò. Al contrario di quanto sostenuto da Verini, proprio la rinuncia a fare il proprio dovere sarebbe un pessimo segnale al Paese di fuga dalle responsabilità. Come dice sempre Renzi: mettiamoci la faccia".

538em;">Del tema ha parlato anche Matteo Renzi, in un'intervista a Ballarò, dicendo che se la legge "non si tocca nella sua impostazione", però "non mi torna che si possa essere sospesi dopo una condanna in primo grado".

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