La soffiata che arriva da Bruxelles: "La legge di Stabilità non va bene"

Fonti Ue rivelano che la manovra potrebbe essere rispedita al mittente. Le stime di Moody's sull'Italia

La soffiata che arriva da Bruxelles: "La legge di Stabilità non va bene"

Se l'indiscrezione dovesse essere confermata sarebbe una doccia fredda per il governo italiano. Secondo quanto riferiscono all'agenzia Reuters alcune fonti da Bruxelles la legge di Stabilità rischia di essere in contrasto con le regole Ue e, proprio per questo, potrebbe essere rispedita al mittente. Il progetto di bilancio italiano sarà giudicato anche sulla base del criterio di un aggiustamento strutturale di "almeno lo 0,7% del Pil". E, da questo dettaglio numerico, si capisce subito qual è il problema. Alla vigilia del varo della legge di Stabilità, infatti, il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan all’Ecofin oggi ha confermato che l’aggiustamento strutturale non sarà superiore allo 0,1% del Pil. Ma il divario è troppo ampio: uno scarto di 0,5 punti percentuali tra gli impegni italiani e le richieste della Commissione sarebbe valutato "come una seria violazione" delle raccomandazioni e potrebbe quindi portare a "un rinvio a Roma della legge di stabilità, ed eventualmente all’apertura di una procedura per debito eccessivo contro l’Italia". Una prima valutazione della Commissione sulla legge di stabilità è prevista per novembre. Renzi intanto ha sentito al telefono il nuovo presidente della Commissione europea, Jean Claude Juncker.

Di quali numeri stiamo parlando?

La differenza fra la correzione del deficit strutturale italiano confermata oggi per il 2015 dal ministro Padoan, pari allo 0,1% del Pil, e lo 0,7% richiesto dalla Commissione europea per 3 anni, è notevole. Lo 0,1% corrisponde infatti a 1,6 miliardi, che diventano 11,2 miliardi se si parla dello 0,7%. Nelle scorse settimane si era parlato di un possibile compromesso pari allo 0,25%, pari a circa 4 miliardi. Ma i numeri sono ancora distanti.

Problemi tra Padoan e Renzi?

"Nessuna divergenza". Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, taglia la testa al toro e nega che vi siano problemi tra lui e il ministro del Tesoro. Il capo del governo lo dice a margine del convegno sul Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti, rispondendo a chi gli domanda se esistano delle divergenze con il ministero del Tesoro sulla Legge di stabilità che vedrà la luce domani. Padoan ostenta tranquillità: "Il premier - sottolinea a chi gli chiede se ci saranno correzioni per andare incontro alla Ue - ha presentato alcune componenti aggregate di una legge che deve essere approvata e presentata. E' presto per correggere qualcosa che non è stato ancora finalizzato". Poi assicura: "Il limite del 3% sarà rispettato, staremo sotto e andremo avanti con il consolidamento strutturale". E Renzi, come dicevamo, getta acqua sul fuoco: "Non c’è nessuna divergenza con il Tesoro".

Tfr, Delrio smentisce Renzi

Sulla delicata questione del Tfr in busta pagail sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio, sconfessa Renzi: la misura non sarà nella legge di Stabilità. E su Facebook chiarisce: "Vorrei evitare cortocircuiti a proposito della proposta sul tfr. Il governo ci sta concretamente lavorando. In queste ore la proposta si sta facendo strada, anche recependo la riforma allo studio all’interno della stabilità".

Cdm convocato alle 15 di domani

Il ConsiIglio dei ministri, con all'ordine del giorno la legge di stabilità, è stato convocato per domani alle 15 a palazzo Chigi. All'esame del Cdm anche il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e il bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.

I dati di Moody's sull'Italia

"Alla luce dei dati del secondo trimestre - silegge in una nota dell'agenzia di rating - Moody’s prevede che l’economia italiana si contrarrà dello 0,3% nel 2014, prima di crescere marginalmente dello 0,5%". "Le preoccupazioni di
Moody's sul ritorno dell'Italia in recessione sono bilanciate da una forte posizione fiscale del governo. Molti anni di consolidamento hanno portato a un significativo surplus di bilancio primario"."Questa posizione - spiega l'agenzia - ha aiutato l'Italia a mantenere favorevoli i costi di finanziamento, garantendo più tempo per attuare le riforme e accelerare la crescita".

Moody’s dà il benvenuto al Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro voluta da Renzi. Si tratta di un’iniziativa "significativa per iniettare più flessibilità nel mercato del lavoro", si legge nel report.

Per Moody’s tuttavia "la riforma da sola fa poco per muovere le trattative sui salari dall’essere centralizzate all’essere decentralizzare o per incrementare la flessibilità delle decisioni sui salari". Al momento, dice l’agenzia, le riforme proposte dal governo Renzi sostengono il rating Baa2 ma di per sé "non forniscono pressioni al rialzo che porterebbe l’outlook oltre il livello stabile".

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