Rateizzazione delle tasse di novembre, abolizione di superbollo e altre microtasse, ritenuta d'acconto dimezzata dal 20 al 10%. «E una detassazione di straordinari, tredicesima e premi di produzione con un'aliquota flat al 15%», annuncia in un convegno al Milano Luiss Hub sulla riforma tributaria il viceministro dell'Economia Maurizio Leo. Queste le principali novità cui la maggioranza sta lavorando attraverso emendamenti da inserire nella delega fiscale. La commissione Finanze della Camera è stata convocata oggi, dopo la pausa per la morte di Silvio Berlusconi, e la discussione sulla delega entrerà nel vivo. In ballo ci sono circa 600 emendamenti, un centinaio dei quali arrivano dal centrodestra. Tra le altre proposte la mini flat tax estesa anche a associazioni professionali e società di professionisti di under35, l'F24 come mezzo di pagamento unico ma anche l'istituzione del Garante nazionale del contribuente. «Dobbiamo semplificare il fisco, ridurre la pressione fiscale e riequilibrare il rapporto tra cittadino e fisco», spiega il relatore Alberto Gusmeroli (Lega), ieri a un convegno organizzato dai commercialisti milanesi guidati da Marcella Caradonna.
L'obiettivo è chiudere l'esame entro l'estate, così da poter avviare le prime misure nel 2024, come ha confermato Leo, idurante il convegno al quale ha partecipato anche il procuratore capo di Milano Marcello Viola. L'obiettivo di legislatura è ridurre a tre le aliquote Irpef senza creare debito pubblico ma trovando risorse dalla lotta all'evasione. «La riforma non guarda solo alle imprese: dobbiamo dare regole certe e semplificazione anche ai contribuenti», ha detto l'esponente Fdi, che punta molto sulla collaborazione attraverso formule destinate oggi a grandi contribuenti come «la cooperative compliance e il tax control framework certificato». In pratica, si tratta di agire «ex ante», stabilendo con banche dati e intelligenza artificiale i rischi fiscali di imprese e contribuenti e trovare con loro un accordo certo. Dalla lotta all'evasione potrebbero arrivare nuove risorse se venisse applicato in tutta Italia il «modello Milano», una collaborazione tra pm, Finanza e Erario esaltato da Viola a suon di risorse restituite alla collettività. Basterà? È la «giustizia conciliativa» proposta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio. All'incontro moderato dalla presidente della Luiss Paola Severino, il ministro prima ha liquidato con una battuta la riforma della giustizia («Il Parlamento è sovrano»), poi ha citato Tacito sulla corruzione («più la Repubblica è corrotta più sforna leggi») e infine ha ricordato che dopo essersi occupato delle Br venne spedito «a decantare» dal suo procuratore capo nel settore dei reati tributari. «Sono stato in magistratura fino al 2017 e non ho mai visto un evasore in manette. Il che significa che o qualcosa non ha funzionato o si parte da un principio sbagliato, che la legge penale abbia un effetto dissuasivo repressivo», ha detto tra gli applausi della platea.
A cui il Guardasigilli ha strappato anche una risata: «Se l'imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti dicendo loro io vi pago fino all'ultimo centesimo di imposte e pago voi e voi mi dovete far dormire sonni tranquilli, non ci riuscirebbe (sorride) perché comunque qualche violazione verrebbe trovata». Sono gli effetti, ha concluso, di «una legislazione tributaria schizofrenica e piena di ossimori»
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