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Letta flirta col fondatore di Open Arms. Salvini furibondo: "Non ho parole"

Il segretario del Pd incontra Camps e indossa la felpa dell'Ong Il leghista: "Io a processo per gli sbarchi organizzati da loro"

Letta flirta col fondatore di Open Arms. Salvini furibondo: "Non ho parole"

Enrico Letta, in versione salviniana con la felpa, si fa immortalare con indosso quella di Open arms, l'Ong spagnola che sbarca i migranti in Italia. E ha dato il via al processo di Palermo per sequestro di persona contro il leader della Lega quando da ministro dell'Interno aveva bloccato l'ennesimo sbarco. Non è un caso il siparietto di Letta con Oscar Camps, l'ex bagnino fondatore dell'organizzazione non governativa spagnola. Sabato Salvini sarà di nuovo alla sbarra a Palermo dove è stato chiesto il rinvio a giudizio per sequestro di persona.

La nuova scintilla fra «alleati» di governo si accende ieri con un tweet del segretario del Pd: «È venuto a trovarmi» Camps, fondatore di Open arms. «Bello scambio di idee. Tante preoccupazioni, e anche qualche elemento di speranza» è il commento, ma conta di più la foto allegata. Lo spagnolo e Letta sono sorridenti, sotto le mascherine, su un tetto romano. E il segretario del Pd indossa con orgoglio la felpa grigia con scritta rossa di Open arms. A parte scimmiottare Salvini, amante delle felpe, è un chiaro messaggio all'alleato di governo sul tema dei migranti e delle Ong del mare in vista della prevista ondata estiva di arrivi dalla Libia.

Camps risponde cordialmente sempre via twitter: «Oggi abbiamo incontrato il Segretario del Pd. Una discussione aperta e costruttiva con al centro i diritti e la vita di migliaia di persone vulnerabili in cerca di protezione».

Il premier Mario Draghi è stato attaccato duramente dai talebani dell'accoglienza per avere ringraziato la Guardia costiera libica che intercetta e riporta indietro i migranti (4500 dall'inizio dell'anno). Open arms è una delle due navi certificata per i soccorsi, ma la procura di Ragusa ha presentato ricorso contro la decisione del giudice dell'udienza preliminare di non luogo a procedere del 4 novembre nei confronti degli spagnoli. L'accusa è di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per il cosiddetto metodo Open arms. Gli spagnoli, durante un confronto con le motovedette libiche donate da noi, che volevano portare indietro i migranti, li ha prelevati in mare assicurando «andiamo in Italia, in Italia». Non a caso Open arms è parte civile nel giudizio contro Salvini a Palermo. La replica del leader leghista non si è fatta attendere: «Sabato vado a processo proprio per uno (degli innumerevoli) sbarchi organizzati dagli spagnoli di Open arms, e oggi il Pd riceve questi signori con tutti gli onori. Non ho parole, lascio a voi ogni commento, il tempo è galantuomo».

Nel frattempo nave Mare Jonio utilizzata dall'Ong Mediterranea è ormeggiata all'isola della Certosa a Venezia. L'imbarcazione, malmessa, è coinvolta nell'inchiesta della procura di Ragusa per favoreggiamento aggravato dell'immigrazione clandestina.

Secondo l'accusa l'ex disobbediente Luca Casarini e altri sette indagati hanno trasbordato lo scorso settembre 27 migranti da una petroliera danese al largo di Malta sbarcandoli in Italia in cambio di 125mila euro. Mare Jonio è arrivata a Venezia il 2 novembre, ma non è chiaro se e quanto paghi l'ormeggio. In soccorso è arrivata l'Anpi di Venezia per raccogliere fondi a favore delle missioni, forse con una nuova nave.

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