
Il caso di Jeffrey Epstein fa tremare la Casa Bianca, anche se Donald Trump ostenta sicurezza e passa al contrattacco. La vicenda del finanziere pedofilo suicidatosi in carcere da giorni è tornata al centro dell'attenzione, scatenando un terremoto politico nell'amministrazione Usa e ha subito un'accelerazione con la pubblicazione da parte del Wall Street Journal di una lettera a nome del tycoon, che il giornale sostiene di aver visto. Una missiva con diverse righe di testo dattiloscritto, circondate da uno schizzo di una donna nuda, apparentemente disegnato a pennarello, due piccoli archi che indicano il seno e la firma "Donald" del futuro presidente scarabocchiata sotto la vita, a evocare peli pubici. Trump nega, chiede alla ministra della Giustizia Pam Bondi di divulgare i famosi file di Epstein, e annuncia una causa al Wsj.
"A causa dell'assurda pubblicità data a Epstein, ho chiesto a Bondi di produrre qualsiasi testimonianza pertinente del gran giurì, previa approvazione della Corte. Questa truffa, perpetuata dai democratici, dovrebbe finire subito", afferma. Poco dopo, la ministra dichiara che il suo dipartimento è pronto a chiedere alla corte di desecretare le trascrizioni della giuria. Il comandante in capo anticipa una citazione in giudizio contro il giornale, la società editrice News Corp e il suo proprietario Rupert Murdoch per aver pubblicato la lettera nonostante lui li avesse "direttamente avvisati che era un falso". "Murdoch ha detto che se ne sarebbe occupato, ma ovviamente non ha avuto il potere di farlo", prosegue, sottolineando che il Wsj "si è davvero rivelato essere un giornalaccio disgustoso e lurido e, scrivendo menzogne diffamatorie come questa, dimostra la sua disperazione nel cercare di restare rilevante". Quindi, spiega di "non vedere l'ora che Murdoch testimoni nella causa contro di lui e il giornale spazzatura. Sarà un'esperienza interessante".
L'articolo afferma che, in occasione del 50mo compleanno di Epstein, la complice e allora compagna, Ghislaine Maxwell, aveva contattato diverse decine di suoi amici intimi, tra cui Trump, per scrivere missive di auguri. La lettera a nome "Donald" si concludeva con la frase: "Buon compleanno, e che ogni giorno possa essere un altro meraviglioso segreto". Le pagine dell'album rilegato in pelle sono tra i documenti esaminati dai funzionari del dipartimento di Giustizia che hanno indagato su Epstein e Maxwell anni fa, secondo fonti informate. Ma non è chiaro se qualcuna di queste faccia parte della recente revisione dell'amministrazione Usa. La morte del finanziere trovato impiccato nella sua cella a New York il 10 agosto 2019 prima di essere processato per reati sessuali ha alimentato innumerevoli teorie del complotto, le quali sostengono che sia stato assassinato per impedire imbarazzanti rivelazioni su una serie di personaggi di alto profilo. La settimana scorsa, il dipartimento di Giustizia ha dichiarato in una nota attesa da tempo che non ci sono prove che Epstein tenesse una "lista clienti" o che sia stato assassinato.
E ha pubblicato 10 ore di filmati di sicurezza del carcere che mostrano che nessuno è entrato nella sua cella il giorno del suicidio. Il memo tuttavia ha fatto infuriare anche un influente gruppo di sostenitori di Trump, convinti che l'amministrazione avrebbe reso pubblici tutti i documenti sul finanziere.