Anaïs Nin, passione senza freni: ​"Henry, bramo ogni cosa di te"

Le lettere scandalose della scrittrice a Miller, nella Francia degli anni '30

Anaïs Nin, passione senza freni: ​"Henry, bramo ogni cosa di te"

Henry, amor mio, fai a pezzi la lettera che ti ho spedito ieri. Tra due carezze di Hugh, ti bramo disperatamente. Bramo la tua forza e la tua dolcezza, le tue mani, ogni cosa di te, e non so più quelle che ricordo e quelle che desidero. Ma mi fa impazzire immaginare, sentire o mettere per iscritto tutto questo con il volto di Hugh costantemente interposto tra me e la carta - «Fiorellino mio, che cosa stai scrivendo? A che cosa stai pensando?» -. Il suo trucco è di chiedermi ogni ora o giù di lì: «Mi ami?». Tutto questo mi tormenta e mi paralizza. Questa notte ho sognato che tornavo - forse ti piacerebbe venire a Louveciennes. Sarò sola in casa. Henry, Henry, ricordo ogni cosa - la giornata nei boschi, e la notte a Clichy, e il tosaerba. (Non importa quel che tu hai detto quella notte. Voglio che tu abbia da me l'esperienza di essere amato).

Achensee, 5 agosto 1932

Oh Henry, sono rimasta così sconvolta dalla tua lettera, stamane. Quando l'ho ricevuta, tutti i sentimenti artificialmente repressi mi hanno travolto. Il semplice tocco della lettera è stato come se tu mi avessi preso tra le braccia, e adesso puoi capire che cosa ho provato leggendola. Hai detto tutto quanto poteva toccarmi e ero bagnata e a tal punto impaziente che farò di tutto per guadagnare una giornata.

Il biglietto che ti accludo, che ti ho scritto ieri sera due ore dopo averti spedito la mia lettera, ti aiuterà a capire quel che succede. Comunque, dovresti aver ricevuto il telegramma circa allo stesso tempo. Io ti appartengo! Avremo una settimana come mai ce la siamo sognata. «Il termometro scoppierà!». Voglio sentire ancora il tumultuoso pulsare dentro di me, il sangue impetuoso, ardente, il lento, carezzevole ritmo e l'improvvisa, violenta spinta, la frenesia delle pause quando odo il suono della pioggia... e come mi sussulta nella bocca, Henry. Oh, Henry, non riesco a sopportare di scriverti - ti voglio disperatamente, voglio spalancarti le gambe, mi sciolgo e palpito. Voglio fare con te cose talmente pazzesche che non so come dirle.

Hugo mi sta chiamando. Risponderò al resto della lettera questa sera.

Anais

Achensee, 6 agosto 1932

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