Coronavirus

L'Europa chiude i No Vax. Lockdown e cure rifiutate

Da Bruxelles a Berlino, da Vienna ad Atene si cerca di arginare i contagi con misure selettive

L'Europa chiude i No Vax. Lockdown e cure rifiutate

Stati Uniti d'Europa. Uniti dai numeri, uniti dalla paura, uniti dalla necessità di tornare a stringere i bulloni delle libertà. Vediamo la situazione Paese per Paese.

FRANCIA Il presidente Emmanuel Macron parlerà alla nazione martedì, e il timore che annunci nuove restrizioni ha spinto molti Francesi a prenotare la terza dose del vaccino (+61 per cento rispetto alla settimana precedente). Ieri i transalpini hanno anche annunciato i protocolli per la ripresa della stagione sciistica: mascherina obbligatoria nelle file per gli impianti di risalita e nelle telecabine e green pass solo se l'incidenza dei contagi supererà i 200 casi ogni 100mila abitanti su scala nazionale.

REGNO UNITO Il recente aumento dei contagi ha spinto Downing Street a decidere di anticipare la terza dose del vaccino. Chi ne ha diritto riceverà l'invito a prenotarla cinque mesi dopo aver ricevuto la seconda, invece che i sei previsti.

GERMANIA I numeri preoccupano: ieri 34.002 nuovi contagi, con un'incidenza di 183,7 ogni 100mila abitanti, e 142 decessi. Berlino ha già deciso che si somministrerà la terza dose a tutti e il governo della Turingia ha chiuso le terapie intensive ai non vaccinati.

BELGIO Altro Paese che viaggia sui 10mila contagi giornalieri. Il ministro della Salute venerdì ha incoraggiato i concittadini a prepararsi a lavorare da casa, ma il clima che si respira nel Paese fiammingo-vallone è testimoniata dalla decisione presa dalla direzione dell'ospedale di Gent: non darà più la precedenza ai non vaccinati nelle terapie intensive. «Sono troppi i malati, anche gravi, con altre patologie, che vedono le loro cure rimandate sempre più», spiega il primario Frank Vermassen.

AUSTRIA È uno dei paesi più colpiti d'Europa, con 9.943 nuovi casi registrati venerdì, record assoluto per una sola giornata, e 359 pazienti Covid in terapia intensiva, pochi di meno dell'Italia che però ha una popolazione quasi sette volte superiore. Domani, come annunciato dal cancelliere Alexander Schallenberg, scatterà un «lockdown» selettivo: saranno liberi gli austriaci 2G, ovvero vaccinati (geimpft) o guariti (genesen), mentre gli altri potranno lavorare ma non accedere agli spazi di vita sociale. Per le prime quattro settimane si farà un'eccezione per chi fa la prima dose e poi esibisce un tampone negativo.

RUSSIA Nuovo record di contagi giornalieri di Covid-19, con 41.335 casi, e 1.188 le persone morte. Una situazione provocata dal basso tasso di vaccinazione, che si colloca sotto al 40 per cento. Il presidente Vladimir Putin ha autorizzato i governi regionali a prolungare il periodo di stop del lavoro che termina oggi. Restano in vigore il divieto di uscire di casa per gli anziani e l'obbligo per le aziende dei avere il 30 per cento del personale al lavoro da casa.

GRECIA Da ieri sono entrate in vigore le misure per i non vaccinati, che devono esibire un test rapido o Pcr negativo per entrare in banche, uffici pubblici, negozi, luoghi di intrattenimento e parrucchieri. Esclusi solo negozi di alimentari, farmacie e luoghi di culto. Tutti i lavoratori non vaccinati dovranno sostenere due tamponi a settimana (test rapido o Pcr).

BULGARIA È forse il Paese attualmente messo peggio: ieri 4.734 casi e 185 morti, tantissimi per una nazione con meno di sette milioni di abitanti. La mortalità è pari a 153,6 per milione di abitanti per settimana (in Italia è di 5,01). Una situazione che qualche giorno fa ha spinto Sofia a sospendere a tempo indeterminato le operazioni chirurgiche e i ricoveri non urgenti. La Bulgaria è tra le nazioni europee meno vaccinate, con una percentuale del 26,2 per cento.

POLONIA È tra i Paesi classificati dall'Ecdc come ad alta preoccupazione.

Il governo di Varsavia sta considerando vari tipi di meccanismi per ridurre l'intensità della trasmissione del coronavirus, «ma non prenderemo in considerazione il lockdown», come ha detto il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki.

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