L'Europa difende i nostri bambini

di Antonio TajaniL'Europa, i giocattoli, i nostri figli, il Natale. L'Europa è ancora per molti versi un traguardo non raggiunto, tuttavia incide nella vita quotidiana dei cittadini europei. A volte positivamente, come durante le feste quando la serenità delle famiglie dipende anche dalla sicurezza dei giochi. Quanti sanno infatti che le istituzioni europee, grazie a una direttiva del 2009 aggiornata fino al 2015, in collaborazione coi governi nazionali e in Italia con la Guardia di Finanza, vigilano contro la contraffazione e perché i nostri bambini possano godere senza rischi dei doni che porta il Natale? Il gioco è uno degli elementi identitari dell'Europa: il filosofo olandese Johan Huizinga lo ha indicato all'origine della cultura (solo un europeo poteva attribuire all'attività ludica il merito di aver prodotto il castello millenario della nostra sapienza). Insieme alla libertà del gioco e al rispetto delle tradizioni, c'è un altro aspetto importante: il consumo di giochi nei 28 paesi dell'Unione vale quasi 11 miliardi di euro e 53mila posti di lavoro in un settore che per il 99% consiste in piccole e medie imprese. Il mercato di giocattoli contraffatti costa all'industria UE 1,4 miliardi di euro l'anno che diventano 2,3 per gli effetti indiretti, e una perdita complessiva di oltre 13mila posti di lavoro. Cifre consistenti, specie in Italia la cui industria è seconda solo a quella tedesca e che soffre della concorrenza sleale cinese. Sono anni che rinnovo il mio impegno, prima come vicepresidente della Commissione e ora del Parlamento Europeo, contro la contraffazione dei giocattoli che rappresenta un pericolo, subdolo proprio perché a danno dei più deboli. Un Natale contraffatto è un Natale non sicuro.

Le regole europee, spesso fin troppo dettagliate per la puntigliosità di qualche burocrate, sono invece necessarie sui giocattoli come frutto di una burocrazia buona. Tutti possiamo contribuire alla salvaguardia dei nostri figli, perché nel mondo un giocattolo su quattro ha il marchio dell'Unione. Ed è quello più sicuro.*Primo vicepresidente del Parlamento Europeo

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