Politica

L'Europa sceglie la linea del silenzio

Nessun leader parla per evitare di dare sponde a reazioni nazionaliste

L'Europa sceglie la linea del silenzio

Roma - Matteo Salvini sfida l'Europa che per il momento decide di tacere. «L'Europa si fa gli affari suoi», commenta il vicepremier che poi sintetizza lo stato delle cose. «Nel Mediterraneo ci sono navi con bandiera di Olanda, Spagna, Gibilterra e Gran Bretagna, ci sono Ong tedesche e spagnole, - attacca Salvini.- C'è Malta che non accoglie nessuno, c'è la Francia che respinge alla frontiera, c'è la Spagna che difende i suoi confini con le armi, insomma tutta l'Europa che si fa gli affari suoi». E certamente sul fronte dell'immigrazione l'Unione Europea in realtà non ha mai realmente puntato ad un obiettivo comune. Gli accordi sottoscritti raramente hanno funzionato ed ogni paese pur accettando ufficialmente le scelte della Ue ha poi attuato diverse strategie di difesa all'interno dei propri confini. Ora però la politica aggressiva di Salvini ha fatto saltare il banco. «Da oggi anche l'Italia comincia a dire no al traffico di esseri umani; no al business dell'immigrazione clandestina» ha ribadito ieri il ministro dell'Interno.

E l'Europa? Tace. Per ora la linea è quella dell'attesa anche se il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker aveva già chiarito quale sarebbe stata la posizione di Bruxelles: «Siamo vigili per salvaguardare per intero i diritti degli africani che sono in Italia», aveva detto Juncker.

Rispetto al braccio di ferro tra Italia e Malta per l'accoglienza della nave Aquarius l'Europa per il momento resta alla finestra. La scelta sarebbe quella di considerarla un caso «tecnico» tra i due paesi nel quale la Ue non ha competenza e non può incidere. Si tratta però soltanto del primo caso. Ovvio che se nei prossimi giorni il blocco dei porti già annunciato da Salvini proseguirà Bruxelles si vedrà costretta ad intervenire. Ma che l'aria fosse cambiata con il nuovo governo era già diventato chiaro con il fallimento del tentativo di compromesso sulla riforma del Trattato di Dublino. A Lussemburgo il fronte Mediterraneo si è frantumato con l'Italia che ha votato no alla proposta insieme all'Ungheria mentre Malta , Cipro e Grecia puntavano a trattare. E proprio in quella occasione il segretario di Stato belga per le migrazioni Theo Francken aveva detto che dal nuovo governo italiano si aspettava «una stretta sulla migrazione: l'Italia inizi a rifiutare i migranti sulle proprie coste». Speranza esaudita.

E alla Farnesina ieri il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi ha incontrato il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg. É stato affrontato il tema sicurezza e il rischio terrorismo.

Il ministro ha ricevuto rassicurazioni da Stoltenberg rispetto alla necessità di riaffermare un approccio dell'Alleanza per una sicurezza a 360 gradi e soprattutto che non venga trascurata «la proiezione di stabilità verso il fianco Sud da dove provengono importanti sfide per l'Alleanza, a partire dal terrorismo».

Commenti