Roma Chiunque viaggi all'interno dell'Europa dovrà essere identificato e rintracciabile. La Ue dispone l'assedio al sistema del terrore Isis ma il tentativo di accerchiare un organismo così sfuggente comporterà inevitabilmente la riduzione della libertà di movimento anche nell'area Schengen e una minore tutela della privacy individuale. Bruxelles studia un contrattacco su più fronti, sollecitato con forza da Parigi ma condiviso dagli altri paesi nell'impostazione, anche se sono in via di definizione i limiti dei controlli. Sulle misure per il contrattacco è al lavoro la struttura del Comitato Politico di Sicurezza, PSC, che ha il compito di gestire le crisi e prospettare soluzioni. Prevista una normativa molto più stringente sulle armi da fuoco e la loro circolazione e anche un'offensiva sul fronte finanziario che comprende pure la possibilità di sequestrare i beni dei terroristi come si fa con i mafiosi.Il modello si ispira a quello del Patriot Act varato negli Usa dopo le stragi dell'11 settembre. Il primo punto è l'istituzione di un Pnr europeo, richiesto dal ministro dell'Interno francese, Bernard Cazeneuve nel primo Consiglio straordinario Ue subito dopo gli attacchi di Parigi. Si tratta del Passenger Name Record, ovvero un registro dei nomi dei passeggeri, di tutti i passeggeri ospitati in voli interni all'Europa. Un enorme database che potrebbe includere anche chi viaggia lungo le tratte dei treni ad alta velocità. Tutti i dati dovrebbero essere messi a disposizione dei paesi membri, molti dei quali sono già dotati di Pnr a livello nazionale, non accessibili quindi ora da nazioni straniere. Il principio è condiviso ma sono in discussione i limiti di questi controlli sia spaziali (quali voli? solo gli intercontinentali?) sia temporali (per quanto tempo conservare i dati). Tutte le informazioni dovrebbero convergere nelCounter Terrorism Center che ha sede all'Aia che dovrebbe svolgere anche il ruolo di fulcro per gli scambi di notizie tra i servizi di intelligence dei vari stati.Oltre alla schedatura dei passeggeri occorre agire sul fronte più inafferrabile: Internet. Dopo gli attacchi di Parigi Europol, la polizia europea, sta accelerando l'implementazione dell'European Union Internet Referral Unit, EU IRU , lanciata nel luglio scorso allo scopo di combattere la propaganda terroristica e tutte le attività collegate all'estremismo violento sul web. L'azione della IRU punta a identificare e segnalare qualsiasi contenuto ritenuto a rischio per poi rimuoverlo. Ovviamente per riuscire l'operazione deve avvalersi della collaborazione dei gestori del web. Il coordinatore antiterrorismo Gilles de Kerchove nell'annunciare l'iniziativa aveva sottolineato come i terroristi stessero «sfruttando internet ed i social media per promuovere la loro causa e procacciarsi nuove reclute». Essenziale quindi che anche l'Europa sappia agire su questo stesso terreno «muovendosi in stretta collaborazione con l'industria».
Il 3 dicembre dunque i ministri dell'Interno europei incontreranno i responsabili dei social media per mettere a punto una strategia comune non soltanto per cancellare la propaganda terroristica ma anche per lanciare una contropropaganda altrettanto efficace.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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