L'Europa torna a crescere, l'Italia resta ultima

Maglia nera per Pil nell'Eurozona. Nemmeno la locomotiva tedesca riesce a trainarci

L'Europa torna a crescere, l'Italia resta ultima

Nemmeno la locomotiva tedesca riesce a risollevare il Pil italiano. Le economie di Berlino e di Roma sono da sempre legate, nel senso che se in Germania aumenta la produzione generalmente ci sono ricadute positive per l'economia italiana. Questo meccanismo e sembra essersi inceppato a favore di altre economie del Vecchio continente.

Secondo l'aggiornamento del World Economic Outlook del Fondo monetario internazionale diffuso ieri l'economia mondiale è ancora sottoposta a rischi. La guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, la Brexit e le tensioni sui prezzi si fanno sentire in misura maggiore rispetto alle previsioni di primavera.

In questo contesto di moderato pessimismo vanno molto bene gli Stati Uniti, il cui Pil quest'anno potrebbe salire del 2,6%, lo 0,3% in più rispetto alla precedente previsione.

Ma anche l'Europa inizia a ingranare. Fa eccezione l'Italia, ancora una volta ultima per crescita e con nessuna prospettiva di miglioramento.

Le stime di crescita dell'Eurozona nel 2019 sono stabili, in rialzo quelle per il 2020: più 1,3 per cento quest'anno, 1,6% il prossimo, lo 0,1% in più rispetto ad aprile.

L'Italia è ultima con lo 0,1% di crescita nel 2019 (una conferma) e lo 0,8% nel 2020, lo 0,1% in meno rispetto alle previsioni primaverili. Segno meno per la Germania nel 2019, con il Pil che crescerà lo 0,7%, perdendo un punto decimale rispetto alle stime di aprile.

Ma nel 2020 la produzione tedesca dovrebbe crescere di un punto percentuale: l'1,7%. La stima dell'Outlook di aprile era dell'1,4%. Un balzo che porterà benefici a tutto il Vecchio continente, con l'eccezione del'Italia.

Stabile la Francia che si è liberata degli effetti negativi della rivolta dei gilet gialli. Bene la Spagna, con una previsione di crescita migliorata dello 0,2% e un Pil che già quest'anno si attesterà a +2,3%. «Riflesso di investimenti forti e importazioni deboli a inizio anno», spiega il Fmi

In Italia «l'incertezza sulle prospettive fiscali è simile ad aprile e ha un impatto su investimenti e domanda interna», spiega il Fondo.

A differenza di Parigi, le incertezze politiche non sono scomparse e, al contrario di quello che sta succedendo a Madrid, la sfiducia porta le aziende a non investire e le famiglie a spendere meno.

Siamo insomma gli unici in Europa che

risentono ancora delle turbolenze internazionali (il Pil mondiale crescerà comunque del 3,2% nel 2019 e 3,5% nel 2020) e siamo soprattutto gli unici a non beneficiare del boom dell'economia tedesca atteso per il prossimo anno.

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