L'evaso di Corinaldo catturato in Spagna. Il giallo sui complici

Il 26enne aveva documenti e soldi falsi. Il tranello del depistaggio creato ad arte

L'evaso di Corinaldo catturato in Spagna. Il giallo sui complici
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Passeggiava per la rambla come se niente fosse. Catturato a Barcellona Andrea Cavallari (nella foto), il 26enne condannato a 11 anni e 10 mesi di reclusione per la strage di Corinaldo, in fuga dal 3 luglio dopo la discussione della tesi di laurea all'Università di Bologna. Fermato alle 10 di ieri da polizia e carabinieri mentre lasciava un albergo di Lloret de Mar.

Addosso documenti contraffatti e banconote false. Chi l'ha aiutato a espatriare? Intanto infuria la polemica sul permesso di lasciare il carcere della Dozza rilasciato dal giudice di sorveglianza per la mattina del 3 luglio fino alle ore 18, quando il detenuto sarebbe dovuto rientrare in cella. Oltre all'indagine ministeriale, la Procura di Bologna apre un fascicolo per favoreggiamento. Sotto accusa non solo il giudice che gli ha concesso di lasciare il carcere senza una scorta della penitenziaria nonostante Cavallari non abbia mai mostrato segni di pentimento, ma gli stessi familiari, tra i quali la fidanzata, che, però, negano di averlo aiutato. A tradire Cavallari, che si credeva sicuro in Costa Brava, un depistaggio creato ad arte. Per gli inquirenti il fuggitivo si sarebbe nascosto in un Paese dell'Est. Almeno è quello che fanno credere. La "pista orientale" viene riportata da tutti i media. Il neo laureato in Giurisprudenza è sicuro che la polizia lo stia cercando dalla parte opposta del Continente, tanto da comportarsi come un turista qualsiasi prima a Barcellona, poi nella cittadina balneare tristemente nota per l'omicidio di Niccolò Ciatti, il 22enne di Scandicci massacrato di botte nel 2017 in una discoteca da tre picchiatori ceceni. Cavallari avrebbe superato i confini via terra. Qualcuno, però, gli avrebbe fornito un cellulare con cui mettersi in contatto con altri complici, subito dopo aver lasciato il ristorante nel centro storico di Bologna dove aveva festeggiato la laurea con parenti e amici.

Cavallari ora è a disposizione del magistrato dell'ufficio giudiziario centrale del Tribunale dell'Audiencia Nacional che ha emesso la custodia cautelare in carcere, in attesa delle procedure di estradizione. Cavallari era il capo di una banda di cinque ragazzi tra i 18 e i 20 anni della bassa modenese specializzati in furti e rapine nelle discoteche con la tecnica dello spray al peperoncino. Il 7 dicembre del 2018 la gang entra in azione durante il concerto del rapper Sfera Ebbasta, al Lanterna Azzurra di Corinaldo, Ancona. I giovani spacciatori (durante le perquisizioni i carabinieri sequestrano vari etti di hashish e cocaina) provocano un fuggi fuggi generale verso l'uscita del locale. Una balaustra non regge il peso della folla e crolla. Sotto le macerie, pressati da decine di corpi, muoiono cinque ragazzini, Asia Nasoni ed Emma Fabini di 14 anni, Benedetta Vitali e Mattia Orlandi di 15 anni, Daniele Pongetti di 16 anni ed Eleonora Girolimini, una mamma di 39 anni. I feriti sono 120.

Per i medici legali le vittime sono decedute per lo schiacciamento successivo al crollo del ponticello esterno al locale. "Non avevo dubbi che prima o poi l'avrebbero preso - commenta Paolo Curi, marito di Eleonora Girolimini -. Queste persone non hanno nessuna voglia di cambiare. Il male più grosso l'ha fatto a sé stesso".

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