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L'ex capo dello Ior rompe il silenzio: «Il Vaticano mi ha tradito»

L'ex capo dello Ior rompe il silenzio: «Il Vaticano mi ha tradito»

«Ho mantenuto il silenzio per due anni e mezzo dalla mia rimozione, ma credo che ora sia il momento di mettere alcune cose (solo alcune) in chiaro: credo che la vera ragione per cui il board dello Ior mi sfiduciò, sia stata la mia decisione di presentare un piano per riformare l'Istituto per le Opere di Religione». È la versione di Ettore Gotti Tedeschi, ex presidente della «banca vaticana» (dalla quale era stato dimissionato nel maggio del 2012), raccontata per la prima volta, di proprio pugno, con un lungo commento pubblicato sul magazine britannico Catholic Herald .

Il testo del banchiere piacentino si apre con una domanda rivolta al Cardinale Georg Pell, «superministro» delle finanze del Vaticano, nominato da Papa Francesco a capo della Segreteria per l'Economia: «Sua Eminenza - scrive Gotti Tedeschi - è sicuro di essere stato sufficientemente informato riguardo la recente storia della Banca Vaticana, di cui sono stato Presidente dal 2009 fino a quando mi hanno sfiduciato nel 2012?». Un interrogativo che il docente rivolge al porporato australiano che in un'intervista rilasciata sempre al magazine cattolico aveva parlato della «cacciata» di Gotti Tedeschi dallo Ior e della conseguente «lotta di potere in Vaticano che aveva portato alla fuoriuscita di documenti».

Oggi, a distanza di due anni e mezzo, l'ex presidente della «banca del Papa» ricostruisce quei giorni turbolenti del Vatileaks e i momenti più difficili della sua presidenza, inclusa l'indagine a suo carico da parte della Procura di Roma per violazione della legge anti riciclaggio (Gotti Tedeschi è stato scagionato da ogni accusa lo scorso marzo) che portò al sequestro di 23 milioni di euro dalla Banca Vaticana dopo una segnalazione della Banca d'Italia: «Il sequestro dei 23 milioni di euro e la successiva indagine del Pubblico Ministero di Roma - scrive l'ex presidente Ior - furono conseguenza della mancanza di una legge anti-riciclaggio in Vaticano. Il Cardinale Pell non può immaginare quanto sforzo, quanti conflitti e quante difficoltà abbiamo incontrato quando nel 2011 cominciammo a mettere in atto la legge anti-riciclaggio».

«Nel dicembre 2011 – continua Gotti Tedeschi - subito dopo la positiva visita di Moneyval, venne realizzata con sorprendente fretta una bozza di una nuova legge che andava a modificare la legge anti-riciclaggio e il ruolo dell'Aif (l'Autorità di Informazione Finanziaria). Venni informato dei cambiamenti solo nel gennaio 2012 dal Presidente dell'Aif, ma solo dopo che la bozza di legge era stata fatta».

Nel suo lungo commento Ettore Gotti Tedeschi, che punta il dito contro chi modificò a sua insaputa la legge anti-riciclaggio, parla anche della sua defenestrazione dalla Banca Vaticana, chiedendo al Cardinale Pell di cercare i responsabili della sua mancata riabilitazione da parte del Vaticano: «Il cardinale Pell - scrive il banchiere piacentino - dovrebbe sapere ciò che il Segretario di Stato mi disse personalmente da parte di Benedetto XVI il 7 Febbraio 2013: il Papa aveva deciso di riabilitare immediatamente la mia figura». Una decisione che non fu mai messa in atto dopo le dimissioni di Benedetto XVI.

Chi fu a disobbedire a Benedetto XVI che voleva la mia riabilitazione? Chi decise di ignorare le implorate richieste di essere interrogato sui fatti di cui sopra? Chi non vuole venire a conoscenza della mia versione della verità, e perché?».

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