L'ex deputato Scotto picchiato a Venezia Caccia al branco che inneggiava al Duce

Solidarietà dei leghisti all'ex parlamentare aggredito da 8 ragazzi

L'ex deputato Scotto picchiato a Venezia Caccia al branco che inneggiava  al Duce

«Ho avuto la netta sensazione che i ragazzi fossero alterati, forse dall'alcool, ma che in ogni caso fossero una squadraccia abituata a fare a botte e aggredire le persone in gruppo, anche perché si sono immediatamente coperti il volto». Venezia. Sono le 11,40 di ieri mattina quando nella stazione dei carabinieri di piazza San Marco un maresciallo mette a verbale queste frasi. È la denuncia che Arturo Scotto, 42 anni, ex deputato dei Ds e di Sel, presenta contro gli sconosciuti che lo hanno aggredito a poche decine di metri di distanza davanti alla Basilica, nel cuore dei festeggiamenti per il nuovo anno. La colpa di Scotto e di sua moglie Elsa: avere reagito agli slogan razzisti e fascisti che il gruppo lanciava in mezzo alla folla. Ne è nato un pestaggio brutale, che oltre all'ex deputato - oggi dirigente di Articolo Uno/Mdp - ha avuto come vittima un giovane che era intervenuto in sua difesa. Entrambi sono stati picchiati a sangue. E ora, mentre si cerca di dare un nome ai responsabili, la notizia dell'aggressione fascista a Scotto solleva indignazione da parte di tutti gli schieramenti politici.

«Verso le ore 24 - dichiara Scotto ai carabinieri - mentre mi trovavo in piazza San Marco in compagnia di mia moglie e di mio figlio di 14 anni, dietro di noi c'era un gruppo di circa otto ragazzi e una ragazza che potevano avere sui 20/25 anni; questi urlavano testuali parole il Duce scende dalle stelle, Anna Frank Anna Frank Anna Frank è finita nel forno. A questo punto mia moglie Elsa Bertholet si è voltata per dire a questi ragazzi di smettere che siamo qui per festeggiare. A questo punto i ragazzi facendo il saluto romano hanno urlato Duce Duce più volte. Io son intervenuto per chiedendo loro di finirla perché temevo che aggredissero mia moglie e uno di questi ragazzi mi sferrava un pugno che mi colpiva al naso facendomi uscire molto sangue. Nell'arco di un minuto ho ricevuto circa tre pugni anche da un altro ragazzo che si era aggiunto al primo, nel mentre si coprivano il volto con un foulard o una sciarpa. Nell'istante mia moglie ha cercato di fare una fotografia con lo smartphone ma il primo ragazzo con un calcio la colpiva alla mano che teneva lo smartphone facendolo tenere a terra».

È lo stesso Scotto a parlare nella sua denuncia del ragazzo «che noi non conoscevamo e estraneo ai fatti» intervenuto in sua difesa e per questo picchiato anch'egli. La descrizione dei teppisti che l'ex deputato è in grado di fornire è sommaria «uno dei ragazzi aveva capelli neri e tatuaggi sul collo», «uno magro portava il pezzetto». Ma incrociandola con i filmati delle molte telecamere presenti in piazza potrebbe essere sufficiente a identificare gli aggressori. «Venezia è una città magnifica e accogliente - dice ieri Scotto - che non sarà mai sporcata da quattro fascistelli che agiscono impuniti e nell'anonimato». E in sua solidarietà arrivano subito le reazioni del sindaco della città e del presidente della Regione Veneto, Luigi Brugnaro e Luca Zaia.

«Il comandante della Polizia Locale sta visionando i filmati per individuare i mascalzoni», assicura Brugnaro; «è accaduto un fatto estremamente grave, anche perché sullo sfondo c'è l'antisemitismo e il revisionismo, contro cui combattiamo da anni», dice Zaia.

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