Stefano Zurlo
Un'udienza. Una sola per far dialogare il debitore con il creditore e per mettere mano alla calcolatrice. Pochi minuti, quasi una formalità, per chiudere una storia che si è trascinata troppo a lungo. La signora Giuseppina Toso aspetta quel momento da due anni, ma quel passaggio non è ancora arrivato. E ci sarà oggi. Sembra incredibile ma oggi è previsto lo sgombero dell'appartamento. Un cortocircuito perfetto: la giustizia dà e toglie nello stesso giorno. Dal 14 giugno 2014, da quando l'abitazione è stata venduta all'asta, il tribunale di Milano non ha trovato il tempo per fissare la riunione fra le parti e fare quei due calcoli. Pare incredibile, ma al di là delle polemiche di vetrina sulla corruzione e il malaffare, sono forse pagine come questa a segnare l'opinione pubblica e a far crollare nei cittadini la fiducia nelle istituzioni e nella magistratura. Giuseppina Toso è stata per lunghi anni la modella e la segretaria del pittore Ernesto Treccani: «Lo conobbi a 17 anni e mi ha insegnato tutto». Ma quello è il passato, felice e carico di nostalgia. Il presente, ora che l'artista non c'è più, è un'altra cosa: a 72 anni, sola e malandata, la signora Toso combatte per arrivare a fine mese. E intanto accumula un debito importante con il condominio in cui abita, in un appartamento più che decoroso all'ultimo piano. Siamo in via Gessi, in una zona residenziale, non lontano da via Foppa e dal palazzo in cui dimorava, ai tempi della Milano da bere, Bettino Craxi. Altri tempi e altre storie. Il debito è troppo alto, il condominio si rivolge alla magistratura e la casa va all'asta. Il 14 giugno 2014 l'immobile viene venduto al prezzo di 302 mila euro. «Con quella cifra - racconta la signora - ho pensato che ci saremmo messi a posto, con reciproca soddisfazione. Io avrei saldato il debito, avrei tolto il disturbo e mi sarei cercata un'altra casa». A spanne ai creditori dovrebbero toccare 80-90 mila, su un totale di oltre 300 mila, il resto all'ex modella che avrebbe così fra le mani un gruzzolo consistente per cercare un nuovo alloggio Perfetto, ma solo sulla carta. La realtà è una trafila mortificante di ritardi e silenzi. «Prima - spiega al Giornale l'avvocato Domenico Fragapane - è cambiato il giudice che seguiva la pratica, poi c'è stato un problema tecnico perché il sistema informatico non riconosceva la mia nomina è così si è perso altro tempo. Alla fine i problemi procedurali sono stati risolti, ma dal palazzo di giustizia non è più arrivata alcuna comunicazione fino ai primi di maggio quando si è scoperto che l'udienza tanto attesa era stata fissata proprio per oggi. Intanto ci siamo rivolti alla Corte dei diritti dell'uomo, ai Servizi sociali del Comune, alla parrocchia, ma è stato tutto inutile.
Ora siamo alla resa dei conti». E il giudice ha stabilito che 30mila euro saranno accantonati per sostenere la signora e i suoi gatti nelle prossime settimane, quando saranno in mezzo alla strada. Un'umiliazione che si sarebbe potuto evitare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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