Una notizia che «addolora» ma che probabilmente non sorprende, perché nel mirino è finita una Chiesa che «sta subendo conseguenze di possibile sfiducia e credibilità». All'indomani della notizia sugli arresti di monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, prelato vicino all'Opus Dei ed ex segretario della Cosea (la Commissione referente di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economico-amministrative della Santa Sede) e della pr Francesca Immacolata Chaouqui, accusati di essere i presunti corvi in Vaticano, e di aver sottratto e diffuso documenti riservati, l'ex presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi, si dice «addolorato».
«La notizia degli arresti - afferma in una dichiarazione al Giornale - più che sorprendermi mi ha addolorato. Mi ha addolorato soprattutto perché la mia Chiesa sta subendo conseguenze di possibile sfiducia e credibilità, tra il popolo cattolico soprattutto, che faticherà ad intendere cosa sta succedendo e perché sta succedendo».
L'economista e banchiere italiano, dal 2009 al 2012 alla guida dell'Istituto per le Opere di Religione, ritiene gli eventi di questi ultimi mesi legati inevitabilmente a quelli del 2011-2012, quando l'allora maggiordomo di Benedetto XVI, Paolo Gabriele, trafugò documenti personali e riservati del Papa tedesco per consegnarli alla stampa.
«Io credo che quello che sta succedendo - prosegue Gotti Tedeschi - sia dovuto a ciò che si doveva fare anni fa, nel 2012, e non si è voluto invece fare, creando così terreno fertile per conseguenze come quelle a cui stiamo ora assistendo. L'origine di tutto ciò - afferma il banchiere - va cercata spiegando gli avvenimenti di fine 2011 e inizio 2012».
È stato proprio il presidente Gotti Tedeschi, durante il suo mandato, a cercare di imprimere una svolta allo Ior, nel tentativo di mettersi a posto con gli standard internazionali ed entrare così nella «white list» dei Paesi virtuosi, dove i controlli antiriciclaggio e anti-evasione fiscale sono rigidi e severi.
«Ho l'impressione che all'interno delle Mura continui ad essere potente un sistema di potere che prescinde da chi sia il pontefice», ha commentato Gotti Tedeschi in una dichiarazione al Tg5. «Secondo quel che leggo - ha aggiunto - ciò che sta succedendo è un attacco contro il Papa e la Chiesa, cui si cerca di far perdere credibilità evidenziando questi fatti, ma non mi riferisco solo all'uscita di documenti bensì al perché questi siano usciti. Riconosco lo stile di aggressione al Santo Padre, contro le sue riforme, ma soprattutto contro la sua autorità ed il suo modello di governance che impedisce a detto sistema di operare a suo piacimento».
L'ex presidente dello Ior incalza: «Quali sono le ragioni di questo malessere economico finanziario che non si riesce a sradicare e che danneggia, nell'opinione pubblica, soprattutto la Santa Chiesa? Chi trae vantaggio da questi scandali?».
Dopo due anni dalle sue forzate dimissioni, il cardinale George Pell, nominato da Bergoglio superministro dell'economia, riconobbe a Gotti Tedeschi il merito di «aver tentato di fare pulizia in Vaticano».
«Ritengo, leggendo i fatti riportati dai giornali - conclude l'ex presidente dello Ior - che il Papa e il cardinale Pell non siano stati messi in condizione di avere una visione d'insieme sufficiente ed adeguata alle decisioni che devono prendere».
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