
Un altro outsider della politica, privo di esperienza, mai eletto prima nemmeno a livello locale, ribalta le previsioni elettorali e si aggiudica per un soffio, con il 50.9%, la presidenza della Polonia contro il sindaco di Varsavia Rafal Trzaskowski al 49.1%. Karol Nawrocki, 42 anni, ridà slancio al fronte ultraconservatore polacco fermato nel 2023, dopo otto anni di potere, dalla vittoria del premier centrista ed europeista Donald Tusk. È soprattutto al governo in carica a Varsavia che Nawrocki darà filo da torcere dal più alto scranno della Repubblica, grazie al diritto di veto che rischia di esercitare per bloccare provvedimenti sgraditi. Ma con la sua elezione tremano anche le istituzioni europee, consapevoli di come l'appoggio del PiS al neopresidente, candidatosi come «indipendente» ma sostenuto dal Partito Diritto e Giustizia di Jarosaw Kaczyski, possa risvegliare lo scontro degli anni passati su vari temi, dall'indipendenza della magistratura ai diritti Lgbt+, fino a indebolire l'appoggio di Varsavia all'Ucraina dopo l'invasione russa, con Nawrocki esplicitamente contrario all'ingresso di Kiev nella Nato e nell'Unione europea.
Ex pugile dilettante, con una laurea e un PhD in Storia e un Master in Tecnologia, dal 2009 a oggi (esclusa una pausa di quattro anni) Nawrocki ha guidato l'Istituto polacco per la Memoria nazionale, organizzazione incaricata di indagare e perseguire i crimini nazisti e comunisti tra il 1917 e il 1990, attraverso la quale ha avuto accesso ai segreti di Stato classificati. In campagna elettorale ha promesso di battersi contro quella che definisce «l'ideologia verde», di voler difendere i valori tradizionali dichiarandosi contro l'aborto e l'introduzione delle unioni civili per gay e lesbiche, di voler affrontare la questione immigrazione «con centri di deportazione dei migranti illegali, invece che attraverso centri per l'integrazione». Su questi temi, la battaglia con il governo Tusk, rischia di farsi durissima. Il neo presidente, favorevole a un rafforzamento della Difesa polacca, è tra l'altro contrario al servizio di leva obbligatorio, convinto sia necessario un esercito di professionisti.
Appoggiato da Donald Trump e dall'ungherese Viktor Orbán, che prende a modello, Nawrocki è sposato con Marta, funzionaria statale, con cui condivide tre figli, uno nato dal precedente matrimonio di lei.
Nonostante la campagna per i valori tradizionali e patriottici, la sua biografia da non-politico non è per nulla specchiata. Risale al 2009 una rissa fra hooligans, che lui ha commentato come una delle sue attività sportive «basate su cuore, muscoli e pugni». Ancora più pesante l'accusa di aver lavorato, sempre da giovane, come bodyguard per alcune prostitute in un albergo polacco a 5 stelle, a Sopot, sul Mar Baltico. Nulla di tutto ciò ha fermato la sua ascesa.
Prima del voto aveva promesso: «Vinceremo e salveremo la Polonia»; «non permetteremo il monopolio di Donald Tusk nelle istituzioni del Paese». Il premier polacco non dormirà sonni tranquilli. E con Nawrocki nemmeno l'Unione europea.