L'exit strategy di Conte: il piano b si chiama Farnesina

Voci di Palazzo Chigi assicurano che a Conte non dispiacerebbe traslocare alla Farnesina. Il premier dimissionario spera tuttavia nelle consultazioni di Fico

L'exit strategy di Conte: il piano b si chiama Farnesina

In attesa di capire quale piega prenderanno le consultazioni effettuate da Roberto Fico, Giuseppe Conte inizia a guardarsi intorno. La paura di restare con un pugno di mosche è tanta, e la strada che porta a una riconferma del governo giallorosso, nelle vesti del Conte ter, viene data sempre più in salita.

Tra amarezza e speranza

L'ex presidente del Consiglio è amareggiato a causa di una crisi politica della quale ancora non riesce a comprendere le ragioni della rottura, ma è anche deluso. Tanto deluso. Sia per non non aver ricevuto da Sergio Mattarella l'incarico di tastare il terreno per una nuova maggioranza, sia per il fatto che i commentatori definiscano Matteo Renzi "vincitore" della sfida. Quel Renzi artefice dello strappo decisivo, e adesso fondamentale ai fini della permanenza dello stesso Conte nelle vesti di premier.

Dicevamo delle consultazioni di Fico. Per capire cosa accadrà, dobbiamo aspettare la giornata di martedì, quando si decideranno le sorti di Conte. Che, dal canto suo, è in parte rassicurato dai sondaggi commissionati dal portavoce Rocco Casalino. I grafici vedrebbero il gradimento del premier salire al 58%, ed evidenzierebbero un fatto non secondario. In caso di voto imminente, un ipotetico partito dell'avvocato del popolo varrebbe oltre il 15%, e sarebbe il primo partito del centro-sinistra. La speranza di Conte, in ogni caso, è quella di restare in sella. Tutto dipenderà però dalle consultazioni di Fico, e da cosa deciderà di fare Renzi.

Ipotesi Farnesina

L'ormai ex avvocato del popolo sta trascorrendo le ore che lo separano da qui al prossimo martedì asserragliato tra il portavoce Casalino e i suoi fedelissimi. Secondo quanto riportato dal Corsera, inoltre, il premier starebbe facendo diversi ragionamenti. Intanto, a fronte di eventuali elezioni, i numeri di grafici e tabelle consultate parlerebbero chiaro e, soprattutto, a suo favore. Dopo di che, qualora il Conte ter dovesse andare in frantumi ancor prima di nascere, il presidente del Consiglio potrebbe non tornare a insegnare diritto privato a Firenze.

Voci di Palazzo Chigi assicurano che a Conte non dispiacerebbe traslocare alla Farnesina. Sia chiaro: il suo obiettivo non è quello di togliere di mezzo Luigi Di Maio. Tuttavia, se la situazione dovesse diventare critica, lo slot del Ministero degli Esteri potrebbe garantirgli una visibilità tale da poter riutilizzare, in un secondo momento, per costruire il suo decantato progetto politico europeista e moderato.

Tra il timore di perdere l'intera posta in palio, eventuali piani b in caso di sconfitta e la speranza di ricucire lo strappo con i renziani di Italia Viva – e al contempo non far implodere il M5s –, pare che Conte stia ripercorrendo quanto fatto

negli ultimi giorni. E pare che, tra le altre cose, non rifarebbe la telefonata a Renzi. Una telefonata che avrebbe dovuto riavvicinare le parti, ma che invece il leader di IV ha rivelato al Paese intero, umiliando ulteriormente il suo vecchio alleato.

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