Manca ormai una settimana a quello che potrebbe diventare una sorta di D-Day del centrodestra. Domenica sera, infatti, la vittoria dei candidati del Pd Bonaccini e Oliverio alle regionali di Emilia Romagna e Calabria sarà il sigillo ufficiale sul fatto che il centrodestra diviso non solo non vince, ma neanche gioca la partita. Soprattutto se, oltre a non (...)
(...) allearsi, preferisce presentarsi all'elettorato l'un contro l'altro. Il ritrovato dialogo tra i partiti dell'area moderata che fa capo a Berlusconi, dunque, non dipende solo dal «far di sondaggio virtù». Ma pure dal fatto che il mini-test elettorale di domenica - quasi cinque milioni gli italiani chiamati alle urne - sarà quasi certamente implacabile per il centrodestra: sia in Emilia Romagna, dove i sondaggi dicono che la Lega (al 10-11%) scavalcherà Forza Italia (all'8-9), sia in Calabria, dove il Ncd che fa capo al senatore D'Ascola (Scopelliti ha lasciato Alfano e sostiene Forza Italia) rischia un vero e proprio flop.
Di qui il nuovo corso. Con la consapevolezza che la partita delle Regionali della prossima primavera è ben più importante di quella di domenica e che presentarsi di nuovo divisi sarebbe un vero e proprio suicido. Si voterà in quasi mezza Italia: Campania, Veneto, Puglia, Liguria, Toscana, Umbria e Marche. E se il centrodestra non troverà un'intesa, rischia di fare anche peggio della Roma in Champions: non 7-1 ma 7-0.
Ecco il perché dei movimenti delle ultime settimane. Con il riavvicinamento tra Berlusconi e Alfano, che si stanno evidentemente studiando. Non è un caso che i big di Forza Italia ieri spingessero per la ripresa del dialogo (da Toti a Romani, passando per Santanchè e Bernini), mentre Ncd ha già ragionato su una strategia di «rientro» che gli possa permettere di ritagliarsi un suo ruolo. Può essere visto in questo modo il rilancio della battaglia Teocon di Alfano e compagnia, sabato scorso in piazza per il Family act e persino favorevoli a una sorta di «quoziente elettorale» (Ncd ha presentato al Senato una proposta per far sì che alle elezioni i genitori abbiano un «voto plurimo ponderato sulla base dei figli»). Con una Forza Italia che ha recentemente spostato il suo baricentro su temi come i diritti delle coppie omosessuali, insomma, l'affondo di Ncd ha un suo perché, soprattutto nell'ottica di un riavvicinamento.
Certo, resta l'incognita della Lega. Perché se Berlusconi prova a essere ecumenico e cerca di tirare dentro tutti, tra Salvini e Alfano continuano i veti incrociati. Con il rischio che possa essere il segretario della Lega a pagarne le conseguenze. Non oggi, ma quando si avvicineranno le Regionali di primavera dove il Carroccio, per altro, corre per la riconferma (per nulla scontata) di Zaia in Veneto. A quel punto Lega e Ncd dovranno venire a più miti consigli.
E sperare di ribaltare il rischio di un 7-0 in un 5-2 o magari in un 4-3. La Campania con l'uscente Caldoro e il Veneto sono infatti alla portata. E forse anche la Puglia, dove oggi i sondaggi danno la coalizione di centrodestra a -6 da quella di centrosinistra.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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