A lezione dalla Faranda? Dietrofront dei giudici per l'ex cattiva maestra

La Br postina del caso Moro non parteciperà al seminario formativo dei magistrati a Scandicci: «Sarebbe inopportuno». Plauso bipartisan

E alla fine la scuola delle toghe chiuse la porta alla (ex) cattiva maestra.L'ex brigatista Adriana Faranda non parteciperà al seminario sulla giustizia riparativa organizzato dalla Scuola superiore della magistratura, in programma da ieri a domani nella sede di Scandicci, a Villa di Castel Pulci. Sull'onda delle polemiche, sollevate dalle stesse toghe per l'opportunità della presenza degli ex terroristi rossi al corso di formazione per magistrati, il comitato direttivo della scuola ha fato precipitosamente dietrofront, annullando l'incontro che avrebbe visto la partecipazione della ex postina delle Br insieme a Franco Bonisoli (tra i brigatisti del commando di via Fani) e ad alcuni familiari delle vittime, tra cui la figlia di Aldo Moro, Agnese.Una scelta praticamente obbligata, dopo che anche ieri mattina si erano moltiplicate le prese di distanza di politici e magistrati, compresi i vertici di Palazzo dei Marescialli, dall'iniziativa. E così il nuovo comitato direttivo, pur precisando che la presenza di Faranda e compagni «non configurava un'attività didattica», ha preso atto che critiche e polemiche sull'inopportunità «di coinvolgere nella formazione della Scuola persone condannate per gravissimi reati di terrorismo» avevano ormai «inevitabilmente condizionato» il corso con gli ex bierre. E ha mutilato la parte del corso che includeva gli ex protagonisti della lotta armata, «ritenendolo inopportuno», confermando invece «inalterato», il «programma residuo del corso, affidato a magistrati e a docenti universitari».I vertici della scuola, peraltro, nel comunicato diffuso ieri si premurano di precisare come l'iniziativa fosse stata «interamente programmata e definita nei suoi particolari dal precedente comitato direttivo». In pratica scaricando la scelta sulla squadra, che ha lasciato l'incarico a inizio anno, guidata dal presidente emerito della Corte Costituzionale Valerio Onida. Non a caso, due giorni fa, l'ex presidente era stato tra i pochi a difendere la prevista presenza della Faranda e di Bonisoli al corso di formazione, contestando piuttosto le voci di segno contrario. Per Onida chi protestava per la partecipazione degli ex brigatisti all'incontro «sembra pensare che la Scuola della magistratura non possa essere aperta a simboli del male», ragionando dunque secondo una «concezione feticistica», mentre «la scuola è una sede dove si fa cultura, e la sua attività deve servire a promuovere ciò che meglio serve al lavoro dei magistrati di oggi e di domani». Evidentemente il nuovo direttivo, presieduto da un altro presidente emerito della Consulta, Gaetano Silvestri, non la pensa così.

E dunque indietro tutta, nel plauso bipartisan di quanti non capivano il perché di quel corso, dal consigliere del Csm Giuseppe Fanfani («Bene l'annullamento») all'esponente di Fi Maurizio Gasparri, comunque «sconcertato che un'ipotesi del genere sia stata anche solo concepita».

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