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Licenziamenti, caos sullo stop. Potrebbe essere illegittimo

L'ipotesi: fermarlo solo per i settori più in crisi. Oggi Draghi incontra la maggioranza sulla cassa Covid

Licenziamenti, caos sullo stop. Potrebbe essere illegittimo

Blocco dei licenziamenti per le aziende che hanno maggiormente usato la cassa-Covid. È questa una delle ipotesi sulla quale il premier Mario Draghi si confronterà questo pomeriggio con la maggioranza oggi in vista del Consiglio dei ministri che, a questo punto, potrebbe riunirsi tra domani e mercoledì per il varo di un decreto per affrontare i temi lavoro e fisco con gli stanziamenti dei decreti sostegni non utilizzati (almeno 3 miliardi dei circa 5,5 miliardi che sarebbero disponibili).

L'utilizzo del criterio dell'incidenza media della cassa Covid permetterebbe di stabilire un criterio oggettivo, trasversale tra settori, per superare il rischio di incostituzionalità rappresentato da un eventuale blocco ai licenziamenti selettivo settoriale per abbigliamento, calzature e tessile. In sintesi, il criterio dell'incidenza media della cassa integrazione renderebbe passibili di continuità del blocco quelle aziende che hanno usato maggiormente la cassa-Covid rispetto all'uso medio, in un certo periodo di tempo da stabilire, il che sarebbe un indicatore di difficoltà in cui versa quell'azienda. Questo parametro, inoltre, consentirebbe di salvaguardare quel criterio di universalità per l'applicazione del quale i sindacati sono scesi in piazza sabato scorso con il segretario della Cgil, Maurizio Landini, che ha chiesto al governo di evitare lo scoppio di una «bomba sociale». La mediazione del premier, fanno sapere da Palazzo Chigi, non potrà non tenere conto dei partiti e delle parti sociali. Tra queste anche Confindustria. Il presidente della territoriale veneta, Enrico Carraro, ha ricordato al Corriere «che molte aziende che devono licenziare erano in crisi già prima della pandemia» e che «bisogna portare i lavoratori impigliati in quelle crisi verso aziende che hanno bisogno di personale». Insomma, per le imprese è il momento di « fare un passo in avanti».

Una delle problematiche è rappresentata dal Pd che si è schierato a fianco dei sindacati che spingono per una proroga tout court fino a ottobre. I Cinque stelle, finora, si sono tenuti fuori dalle polemiche, anche per il braccio di ferro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte sulla nuova organizzazione del Movimento che sta impegnando tutti i maggiorenti della formazione. ancora a vedersi all'orizzonte. Ma sui temi del lavoro - spiegano fonti interne - i grillini non vogliono rimanere a guardare e sicuramente diranno la loro prima che il governo prenda qualsiasi decisione.

Forza Italia, invece, dedicherà oggi una intera giornata al mondo del lavoro. Il coordinatore nazionale del partito, Antonio Tajani, incontrerà infatti le principali rappresentanze. Saranno presenti anche i capigruppo al Senato e Camera, Anna Maria Bernini e Roberto Occhiuto, e la responsabile del dipartimento Lavoro di FI, Roberta Toffanin. Tutti gli incontri si svolgeranno presso la sede di Fi, in via in Lucina, a Roma. Stamattina sarà la volta di Cgil, Cisl e Uil, mentre nel pomeriggio saranno ascoltate le altre sigle. Nel pacchetto lavoro potrebbe trovare spazio anche il progetto di rinnovare la Cigs per le 85 aziende coinvolte nei tavoli di crisi aperti al Mise. Tra le misure in cantiere anche lo stop al pagamento della rata Imu di dicembre per i proprietari che subiscono gli effetti del blocco degli sfratti. Nel decreto ponte finiranno anche la proroga del rinvio delle cartelle (di due mesi) e quella del rinvio - di un mese - della Tari. È ancora oggetto di una serrata trattativa il rifinanziamento degli incentivi sull'acquisto dei beni strumentali previsti dalla nuova legge Sabatini.

Occorrerebbe uno stanziamento di 700 milioni perché la misura si è esaurita a inizio mese.

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