Il liceo occupato inaugura l'autunno caldo

Al Manzoni di Milano due giorni di proteste: "Contro la Meloni"

Foto di repertorio
Foto di repertorio

Quindi avete occupato la scuola contro gli italiani che hanno votato la destra?

«Lei lavora al Giornale che è di Berlusconi quindi ci fa questa domanda per strumentalizzare la risposta?»

No, sono solo curioso.

«In effetti ce l'hanno fatta anche altri giornalisti».

E cosa avete risposto?

«Che sì, certo. Occupiamo anche contro di loro».

Chiara e Benedetta, belle facce da ragazze di buona famiglia, se ne stanno sulla soglia del Ginnasio Liceo Manzoni: quello dei fratelli Boeri e di Rossana Rossanda, di Michele Serra e Enrico Mentana, insomma la culla dell'intelligentsia milanese, che nei suoi 138 anni di storia ne ha viste un po' di tutti i colori. Ma questa proprio gli mancava: perché a meno di dodici ore dalla chiusura dei seggi elettorali, con i risultati ancora non proclamati, il Manzoni diventa la prima scuola d'Italia e forse dell'universo a venire occupata non contro una legge o contro un preside ma per un risultato elettorale, ovvero per la intollerabile decisione degli italiani di votare in maggioranza per il centrodestra. Così ieri mattina il Collettivo Politico Manzoni, logo con stella rossa sulla pagina Instagram, annuncia che per due giorni la scuola è occupata. Il grosso se ne va a casa, gli altri si ritrovano in cortile e in aula magna, a discutere - si intuisce - dei danni del suffragio universale.

Nel tamtam dei licei milanesi, da giorni si sapeva che il Manzoni - il più liberal, il più chic - si preparava ad occupare, in buon anticipo sulle occupazioni classiche di fine quadrimestre. Quindi vi siete preparati, sapevate già che vinceva la Meloni? «Lo sapevano tutti, era l'elefante nella stanza». Però, insomma, se la gente l'ha votata.. «Il problema vero è che nessun partito rappresenta i bisogni reali della nostra fascia, le esigenze di trasformazione della scuola». Perbacco, nessuno nessuno? «Certamente non siamo rappresentati dal Pd». Partiti ce ne sono tanti. Neanche Potere al Popolo? «Determinate istanze non le rappresentano neanche loro». Per chi avete votato? «Siamo minorenni».

Tra i tanti ex alunni illustri, a rovinare la reputazione del Manzoni c'è il leader leghista Matteo Salvini, che ieri - appreso dell'occupazione - invita i ragazzi a un confronto, e si becca come risposta «non vogliamo una persona razzista, sessista e xenofoba quale lei è nella nostra scuola. Non stiamo occupando per la pace nel mondo o per saltare le lezioni ma contro la salita al potere di un governo fascista».

Stasera gli indignati del Manzoni sbaraccano e tornano a dormire a casa.

Ma intanto la preside ha già comunicato che chi ha passato la notte illegalmente al Liceo si ritroverà il cinque in condotta, e forse già questo è segno dei tempi che cambiano. Ma il segno più brusco sono i commenti al post su Instagram del collettivo, dove «rosicate, zecche comuniste» è la critica più dolce. E che sembra venire da tempi che davvero nessuno rimpiange.

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