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L'idea di Tridico: usare i Tfr per comprare titoli di Stato

Il presidente Inps propone un fondo di previdenza integrativa statale. Investirà in Italia. No dei sindacati

L'idea di Tridico: usare i Tfr per comprare titoli di Stato

Un fondo pubblico di previdenza integrativa. L'idea è la principale novità alla presentazione del Relazione annuale Inps che si è tenuta ieri a Roma. Il presidente dell'istituto Pasquale Tridico ha auspicato la «creazione di una forma complementare pubblica gestita dall'Inps».

Una previdenza complementare «volontaria e alternativa alle forme private». Che vada oltre Fondinps, fondo residuale che ha raccolto i contribuenti che non avevano optato per i fondi privati o per lasciare il Tfr in azienda.

Quindi un fondo volontario, in concorrenza con quelli privati, nel quale i lavoratori potranno fare confluire le quote di Trattamento di fine rapporto, ma gestito dal gigante pubblico della previdenza.

La proposta ha un valore politico, che emerge dall'obiettivo del fondo Inps che Tridico ha messo in primo piano: «Sostenere una maggiore canalizzazione degli investimenti in Italia».

I fondi privati nel 2018 hanno gestito 167,1 miliardi, pari al 9,5% del Pil, «molti dei quali investiti all'estero». Quindi «la sfida del fondo Inps dovrà essere quella di aumentare il numero delle adesioni attraverso la costituzione di una valida alternativa ai fondi privati, ma anche quella di aumentare gli investimenti diretti nel nostro Paese».

Proposta che ne ricorda un altra lanciata dal Movimento cinque stelle mesi fa e citata dal vicepremier Luigi Di Maio: destinare parte della raccolta dei fondi pensione privati agli investimenti nelle start up.

Ma la natura pubblica dell'Inps potrebbe cambiare radicalmente il tipo degli investimenti realizzati con la «liquidazione» dei lavoratori. Ad esempio investimenti pubblici. Oppure l'acquisto di titoli i Stato, che comunque sono già una parte importante degli investimenti dei fondi privati.

Vista da questa angolazione, la mossa di Tridico sembra rientrare nella strategia del governo per portare il debito pubblico il più possibile dentro i confini nazionali.

Ma la proposta non piace ai sindacati. «Totalmente sbagliata», per il segretario confederale della Uil Domenico Proietti. Una «tentazione» che «non trova alcun fondamento nella realtà. In Italia, abbiamo il miglior sistema dei fondi pensione dell'occidente: un sistema libero, plurale e concorrente.

Il tema è quello di incentivare le adesioni e su questo chiediamo al governo un intervento». Uno dei rischi che vede il sindacato è gli nvestimenti siano scelti con criteri politici. Il fondo pensione Inps dovrebbe comunque essere un soggetto di diritto privato, spiega Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, che riconosce alla proposta di Tridico una «visione politica». Ma segnala problemi rilevanti. Ad esempio, «dentro l'Inps non ci sono le professionalità per» gestire il risparmio dei lavoratori con logiche di mercato. «Magari vogliono assumere altri navigator per farlo», scherza.

La relazione è stata l'occasione per fare il punto sulle adesioni a Quota 100, dato rilevante per le finanze pubbliche. Complessivamente alla fine del mese di giugno sono pervenute all'Inps 154.095 domande per la pensione anticipata con la cosiddetta Quota 100. «Alla fine dell'anno il numero atteso delle pensioni in pagamento sarà pari a circa 205.000, per una spesa complessiva annua pari a 3,6» miliardi. L'importo medio delle pensioni anticipate è di 1.900 euro.

Reddito e pensione di cittadinanza sono andati a 840 mila nuclei.

L'importo medio è di circa 500 euro».

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