Repubblica ha gonfiato i dati: il rapporto che inchioda i buonisti

Il rapporto parla chiaro: i dati si riferiscono al 2018, non al 2019 e gli episodi di antisemitismo sono 197 all’anno, non 200 al giorno

Repubblica ha gonfiato i dati: il rapporto che inchioda i buonisti

Gli insulti indirizzati alla senatrice Liliana Segre hanno animato il dibattito politico italiano nelle ultime settimane. Secondo quanto riportato nei giorni scorsi dal quotidiano La Repubblica, sarebbero più di 200 i messaggi di odio razziale che riceve ogni giorno la senatrice a vita, sopravvissuta all'Olocausto. Notizia che - giustamente - ha scosso - il mondo politico, che ha subito espresso la sua solidarietà bipartisan nei confronti della senatrice.

La presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, ha sottolineato che "i messaggi carichi di odio" verso la Segre "sono un insulto alla storia e alle istituzioni di un Paese che sul rifiuto dell'antisemitismo e sul ripudio della violenza ha eretto la sua architettura democratica e ritrovato la pace, la libertà e il progresso". Il segretario del Pd Nicola Zingaretti si è detto "schifato. Non trovo termine più adatto per commentare i continui insulti che la senatrice Liliana Segre riceve ogni giorno in rete".

Tutto giusto e doveroso, perché anche un solo messaggio d'odio va segnalato e deve preoccupare. Tuttavia, a qualche giorno di distanza dal report di Repubblica, emerge una notizia che sembra ridimensionare il numero degli insulti - che, a scanso di equivoci, rimangono ingiustificabili anche in numero inferiore. Come sottolineato da Nicolò Zuliani su Termometro Politico, in un'analisi ripresa anche da Dagospia, Repubblica, anticipando i dati contenuti nel rapporto dell’osservatorio ha scritto che la Segre riceveva 200 insulti al giorno. Il rapporto pubblicato due giorni dopo dice però una cosa diversa; i dati si riferiscono al 2018, non al 2019. Gli episodi di antisemitismo sono 197 all’anno, non 200 al giorno. Si parla poi in generale: "Personaggi pubblici come Gad Lerner, Emanuele Fiano, Sandro Parenzo, Enrico Mentana e Liliana Segre sono spesso vittime di invettive antisemite, specie sui social" e non di Liliana Segre in particolare.

Come sottolinea Termometro Politico, "prima dell’articolo Liliana Segre non riceveva 200 insulti e non aveva bisogno di scorta, adesso è finita alla ribalta e non solo li riceve eccome, è pure diventata un bersaglio per tutti quegli animali analfabeto-psicotici che se sentono profumo di cinepresa non esitano a fare le cose più turpi e immonde col sorrisetto ebete". Una vergogna, per un Paese civile. La senatrice a vita dallo scorso 7 novembre, infatti, ha la scorta.

I carabinieri del comando provinciale di Milano garantiranno la propria presenza al fianco della senatrice a vita a ogni evento pubblico. La misura di protezione - che già da tempo era sotto esame - è stata disposta la scorsa settimana dal Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico presieduto dal prefetto Renato Saccone e al cui tavolo erano presenti anche i vertici cittadini delle forze dell'ordine. Il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese ha inserito il provvedimento di tutela nelle priorità.

La decisione è stata presa in seguito sia all'escalation di commenti offensivi e insulti apparsi

recentemente sui social nei suoi confronti sia all'intensificazione degli impegni pubblici che la vedono protagonista. Commenti che - paradossalmente - sono aumentati in maniera esponenziale con l'esplosione mediatica del caso.

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