Magistratura

Un linciaggio mediatico che ha fallito

L'assoluzione di Berlusconi nell'ennesimo processo, e nell'ennesimo Ruby qualcosa, è il segno del carattere malato del nostro sistema giudiziario

Un linciaggio mediatico che ha fallito

L'assoluzione di Berlusconi nell'ennesimo processo, e nell'ennesimo Ruby qualcosa, è il segno del carattere malato del nostro sistema giudiziario: non l'assoluzione, ovviamente, ma il fatto che il processo si sia svolto, come ha scritto qui ieri il direttore. Ma parimenti decrepito ci sembra il sistema mediatico che, della giustizia all'italiana, è un pezzo importante: senza la character assassination (o, in francese aulico, sputtanamento) dell'indagato a opera di certi giornali, non si capirebbe la storia d'Italia da Tangentopoli in poi. Non sorprende quindi che i media, pasciutisi per anni a inchieste e processi spesso farlocchi, sbattendo il mostro in prima pagina, al momento in cui il reo esce immacolato non registrino la notizia. Pretendere autocritica sarebbe eccessivo, ma almeno ci si aspetterebbe un commento che, magari velatamente, si chieda se per caso non si abbia preso un abbaglio. E invece, la si butta sul ridere, affidando la riflessione a uno scrittore un po' serio un po' satirico come Michele Serra. Su Repubblica, sul quotidiano cioè che, sia pure con altra direzione e proprietà, aveva cavalcato l'affare Ruby con l'obiettivo, poi riuscito, di far cadere il governo Berlusconi, l'autore si presta a frizzi e lazzi, tra battute sulle capacità canore del Cavaliere alle ironie sull'assoluzione, che interesserebbe meno del «gatto innamorato della veterinaria». Mentre non v'è nulla da ridere, caro Serra, quando ci si trova di fronte a un sistema giudiziario in grado di stritolare, non solo quello che è stato l'uomo più potente d'Italia e uno dei più facoltosi, ma anche il cittadino comune, l'uomo della strada. E siccome le cronache giudiziarie sono straripanti di casi di poveracci finiti indagati e inquisiti, a cui la vita è stata distrutta, per poi, dopo anni o addirittura decenni, essere risarciti con poche migliaia di euro, sarebbe il caso di non sollazzarsi troppo. Che poi la persecuzione giudiziaria abbia colpito Berlusconi non è il segno che la legge è uguale per tutti, ma piuttosto che è esistita, e che tutt'ora esiste, una magistratura militante, il cui obiettivo, fin dal 1994, era eliminare politicamente il Cavaliere. Che, dopo ventotto anni, non ci siano riusciti e che Berlusconi sia ancora fondamentale - senza Forza Italia non ci sarebbe il governo Meloni - ha quasi del miracoloso. E infine, c'è poco da sghignazzare, proprio dalle colonne di quel giornale che per decenni ha funto da megafono alle azioni della magistratura politicizzata.

Se ha fallito la giustizia, ha fallito anche il suo giornalismo: e questo sarebbe il tema da discutere, invece dell'età di colui che non si è riusciti, nonostante tonnellate di articoli e di editoriali, a far condannare.

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