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La linea moderata di Berlusconi: "Noi non siamo guerrafondai. Ora un nuovo ordine europeo"

Il Cavaliere confortato dai sondaggi in crescita: "L'Italia ha bisogno di unità civile e morale e noi saremo i garanti"

La linea moderata di Berlusconi: "Noi non siamo guerrafondai. Ora un nuovo ordine europeo"

Dopo Roma, ecco Napoli. Forza Italia sceglie il capoluogo campano per una nuova convention dedicata al futuro del Paese e del lavoro. Un focus sul mondo delle imprese e più in generale un confronto sullo stato di salute del sistema produttivo italiano. E sarà Berlusconi a chiuderlo il 21 maggio. Ed è proprio con una lettera aperta ai dirigenti azzurri che il presidente di Forza Italia sottolinea l'importanza dell'appuntamento (spalmato su due giorni: venerdì 20 e sabato 21). L'incontro si svolgerà in quella che lo stesso Berlusconi definisce «la più importante città del Mezzogiorno, quel Mezzogiorno per il quale i nostri governi si sono spesi più di ogni altro nella storia dell'Italia unita». Non sarà il solito cahiers de doléance sui mali del sud. «Vogliamo affermare ad alta voce - scrive il leader azzurro - che l'Italia è una, che riparte tutta insieme o non riparte affatto».

L'unità interna è un bene prezioso e anche una meta obbligata in un momento di forte instabilità internazionale. E di unità Forza Italia intende farsi garante e paladina sia nella larga maggioranza che sostiene il governo Draghi che sul futuro della coalizione di centrodestra. «L'Italia mai come ora ha bisogno di unità civile e morale, al di là delle contrapposizioni politiche. Ne saremo garanti, oggi e quando il centrodestra tornerà al governo del Paese».

La strada intrapresa, per il leader azzurro, è quella giusta. Lo dicono i sondaggi e soprattutto i traguardi raggiunti proprio con il governo Draghi. Traguardi che hanno consentito al Paese di superare la fase acuta della crisi sanitaria dovuta al Covid-19 e di incardinare nel giusto binario sviluppo e investimenti garantiti dal Pnrr.

La rotta è chiara anche se la strada - spiega Berlusconi - «è ancora lunga e difficile, aggravata dalle difficoltà internazionali che rischiano di mettere in discussione la fragile ripresa che si era avviata dopo il Covid grazie al lavoro del Governo Draghi e in particolare, tengo a sottolinearlo, al contributo di idee dato al governo, in parlamento e nella maggioranza proprio da Forza Italia».

Quindi non ci si può fermare proprio ora. «Il nostro compito - aggiunge il leader azzurro - è appena cominciato e i sondaggi continuano a confortarmi nel dire che bisogna andare avanti sulla strada della moderazione, dell'equilibrio, della concretezza, della pacatezza di linguaggio, ma anche della coerenza e della fermezza. La stessa in nome della quale abbiamo preso una posizione chiara e inequivocabile, con i nostri alleati occidentali, di fronte all'aggressione messa in atto contro un Paese libero e sovrano come l'Ucraina. Una posizione che non è certo guerrafondaia ed è anzi consapevole della necessità di addivenire al più presto ad un accordo che sia la base di un nuovo ordine europeo. Ma di questo non possiamo chiedere agli ucraini di essere loro a pagare il prezzo».

Dalla lettera resta fuori il tema del vertice tra i leder della coalizione. «Non credo ci sarà questa settimana - riferisce il coordinatore azzurro Antonio Tajani - bisogna incrociare le agende. I primi giorni della settimana prossima? Non lo so». Del resto al momento sembra non ci siano le condizioni, visto che tra Lega e FdI, giorno dopo giorno, fioccano punzecchiature da campagna elettorale permanente.

Un continuo confronto che si gioca anche mediaticamente: dopo la convention di FdI nella città di Salvini, ora la Lega risponde con una kermesse romana (il prossimo week end), vale a dire nel «feudo» della Meloni.

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