L'ingegnere nucleare e la sorella maratoneta. Ecco chi sono gli Occhionero finiti in manette

Lui era iscritto alla loggia del Grande Oriente. I tentativi di cancellare i dati dai pc

Francesca Maria e Giulio Occhionero
Francesca Maria e Giulio Occhionero

Roma - Entrambi cresciuti negli States, entrambi oggi residenti a Londra ma, di fatto, di stanza a Roma. La città dove si sono diplomati (nel 1987 lei, due anni dopo lui) nello stesso liceo scientifico, l'Avogadro, tutti e due con il massimo dei voti. Anche all'università la strada è diversa - lei chimica, lui ingegneria nucleare - ma l'esito simile: 110 e lode per entrambi. Un curriculum solido quello dei due fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, 49 anni lei, 46 lui, finiti da ieri dietro le sbarre perché avrebbero messo in piedi una colossale centrale di spionaggio e schedatura grazie all'uso di un malware, «EyePyramid», perfezionato dallo stesso Giulio e consegnato a infettati eccellenti, dall'ex premier Renzi al capo della Bce Draghi.

I due fratelli lavoravano insieme in diverse società di famiglia, compresa la «capogruppo» Westlands Securities, fondata da Giulio due anni dopo la laurea, nel 1998, a Malta, e che si occupa di consulenza finanziaria a istituzioni bancarie (allargandosi poi agli investimenti immobiliari), anche se la sorella, cofondatrice, avrebbe lasciato il suo incarico nel 2013. Da allora ha avuto un altro incarico, poi si è occupata di una guesthouse in zona Vaticano, non lontano dagli uffici del cardinal Ravasi che per gli inquirenti la donna e il fratello hanno spiato. Secondo il suo curriculum su Linkedin, la donna, che ha passaporto americano e che parla arabo oltre all'inglese e all'italiano, al momento sarebbe senza occupazione. Negli ultimi anni alla sua passione per il running, correndo con il gruppo sportivo «Bancari romani» maratone e mezze maratone, allenandosi con costanza in una palestra di Roma Nord tra una gara e l'altra. Per gli investigatori, però, il sodalizio di famiglia non si sarebbe mai interrotto. Quel flusso continuo di informazioni sensibili da politici, prelati, alti ufficiali, banchieri, avvocati e professionisti era, in qualche modo, un'attività di entrambi. E i due ne parlano via Whatsapp quando cominciano a sospettare che qualcuno indaghi su di loro, un segno che per gli inquirenti è un «chiaro indice di come anche Francesca Maria sia pienamente responsabile delle condotte delittuose per cui si procede». Lui invece sul lato pubblico espone la sua passione per la matematica applicata e un debole per windsurf e biciclette. Ma c'è spazio anche per le sue (recentissime) certificazioni IT, skill compatibili con l'intento di costruire il centro di schedatura e raccolta informazioni. Nessun cenno, ovviamente, all'altra passione che andava tenuta segreta, quella per i «grembiulini», che lo aveva visto diventare maestro venerabile della loggia «Paolo Ungari Nicola Ricciotti - Pensiero e Azione», prima di mettersi a spiare pure 338 confratelli massoni, a cominciare dal Gran Maestro del Grande Oriente Stefano Bisi.

Una coppia di fratelli imprenditori che scavava nelle vite degli altri. Non è chiaro perché e per chi, ma è certa la determinazione. A ottobre gli agenti vanno a trovarli per una perquisizione. Lui corre al pc per riavviarlo bloccandone il contenuto. Lei fa di meglio. Il primo lo disattiva sbagliando di proposito e ripetutamente la password.

Poi, a casa propria, fa il bis «lanciandosi verso un portatile acceso e dopo aver inutilmente tentato di impartire comandi dalla tastiera, riusciva a sfiorare la smart card in esso inserita sfilandola leggermente dalla sua sede e causando il blocco del sistema operativo».

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