Il drone, mille vite utili ma può essere un incubo

L'invasione di campo a Serbia-Albania mostra che il velivolo può essere pericoloso. E non solo in guerra

Il drone, mille vite utili ma può essere un incubo

Leggendo le cronache degli incidenti avvenuti nella sfida (non solo) calcistica tra Serbia e Albania, sembra che l'incontro sia stato sospeso a causa di un drone entrato in campo all'improvviso. Ovvero fantascienza, se vogliamo dare per certo che un oggetto meccanico - seppure tecnologico - possa volontariamente produrre un risultato del genere. Sarebbe insomma il trionfo di Isaac Asimov, ma purtroppo la pura realtà supera ancora la fantasia e la verità è che ancora una volta la scienza non riesce a stravolgere la storia dell'umanità: ogni volta che l'intelligenza costruisce, esiste una forza uguale e contraria che riesce a distruggere. E si chiama stupidità.

Insomma affermare che i droni siano il diavolo del Terzo Millennio sarebbe come codificare esista realmente un Dio dell' hi-tech che centellina la sua sapienza su di noi. Il discorso in realtà è molto più terreno, è l'eterna lotta tra il bene e il male sopra la quale, in questo frangente, sta appunto volando un drone. Il quale è solo un oggetto e non la causa, perché sennò potremmo affermare che ogni volta che c'è un accoltellamento dovremmo prendercela con il pugnale. Poi, certo, il concetto di drone è comunque minaccioso, se è vero che i primi tentativi di veicoli senza pilota (tecnicamente si chiamano aeromobili a pilotaggio remoto) sono stati fatti nel 1916 in piena guerra mondiale con l' Aerial Target comandato grazie a un radio controllo. Volare per uccidere insomma, il tutto riassunto in una definizione - appunto drone - che voleva simpaticamente assomigliare al suono che emettono le api. Con quel macabro sense of humor che ha poi contraddistinto più tardi l'invenzione della bomba atomica.

E così, in pratica, quell'ape meccanica è diventata un'arma, una svolta impressa dal mancato blitz americano contro Bin Laden nel 1998 che successivamente si sarebbe trasformato in un terribile rimorso: Bill Clinton, l'allora presidente, decise di rinunciare perché si sarebbero messe in pericolo troppe vite e così, dopo l'11 settembre, George W. Bush decise che il progetto di aerei senza pilota dovesse diventare una delle priorità della politica Usa. I risultati di tutto questo li abbiamo visti, anche recentemente, in Irak. Ma la verità resta sempre la stessa: possiamo prendercela con i droni se esiste una guerra? O se una partita di calcio diventa un regolamento di conti internazionale?

Perché poi, in realtà, i droni oggi fanno molte cose: per esempio i fotografi dall'alto per disegnare nuove mappe più precise, i giocattoli per divertire i nostri figli, gli agricoltori per individuare eventuali focolai di malattie in piantagioni troppo fitte per l'uomo ed anche i corrieri, visto che dopo Amazon anche Dhl ha annunciato di volerne usufruire per consegnare merci urgenti e medicinali. Cominciando dalla remota isola di Juist nel Mare del Nord. Così ora è diventato obbligatorio assicurarli come un qualsiasi mezzo di trasporto e presto ci vorrà pure un codice dell'aria per disciplinarne il traffico, perché in fondo Asimov aveva visto le cose con molto anticipo. Così come, aveva scritto nei suoi racconti, che l'umanità alla fine verrà preservata da un robot. Per ora - diciamolo - siamo però ancora lontani da ipotesi così catastrofiche, ma se lasciato senza regole e in mani sbagliate, il drone può diventare una seria minaccia anche lontano dai campi di guerra.

Oggi per ogni drone che irrompe incampo far diventare guerra una partita di calcio, c'è sempre dietro un cretino che

vuole accendere il fuoco. È questa, insomma, la storia della Terra fin dal suo inizio: diamo la colpa al progresso per lavare i nostri peccati di uomini. Fino a quando poi un drone riuscirà a conquistare il mondo. Da solo.

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